Letteratura amalgama 1
2. ABSTRACT in ordine alfabetico
Abraham JE, Svare CW, Frank CW, “L’effetto delle sostituzioni dell’amalgama dentale sui livelli di mercurio nel sangue”, J. Dent Res 63(1): 71-73 (1984)
ABSTRACT
Sono stati misurati i livelli di mercurio nel sangue e nell’area intraorale, prima e dopo aver masticato della gomma, in 47 persone con otturazioni dentali di amalgama e in 14 persone senza. Sono stati sottoposti ad entrambi i gruppi questionari per circoscrivere eventuali fonti esterne di esposizione al mercurio. Le differenze dei livelli di mercurio nell’area intraorale prima e dopo aver masticato erano statisticamente rilevanti nel gruppo con le amalgame, ma non nel gruppo senza amalgame. L’analisi dei dati dei questionari indicava che si era verificata nei due gruppi un’esposizione esterna minima o nulla. Le concentrazioni di mercurio nel sangue erano direttamente proporzionali con il numero e la superficie delle sostituzioni delle amalgame ed erano significativamente più basse nel gruppo senza amalgame dentali.
* Aposhian HV, Bruce DC, Alter W, Dart RC, Hurlbut KM, Aposhian MM, “Il mercurio nelle urine dopo la somministrazione di DMPS: correlazione con la quantità di amalgame nei denti”, FASEB Journal; 6 (7) p2472-2476 aprile 1992 (AL28)
ABSTRACT (Università di Arizona, Dipartimento di biologia molecolare e cellulare, Tucson)
C’è una considerevole controversia riguardo al fatto che le amalgame dentali possano avere degli effetti sistematici sugli esseri umani a causa del loro rilascio di mercurio. La maggior parte di queste amalgame contiene fino al 50% di mercurio metallico. Per determinare l’effetto dannoso delle amalgame dentali sul corpo umano abbiamo dato a dei volontari con e senza amalgame sale sodico dell'acido 2,3- dimercaptopropane-1-sulfonic (DMPS), un agente chelante usato per molti anni senza precauzioni in Unione Sovietica e nella Germania Occidentale. I diametri delle amalgame di questi soggetti sono stati misurati per ottenere una scala. La somministrazione di 300 mg di DMPS per via orale aumentava l’escrezione di mercurio dalle urine del gruppo degli individui con amalgame da 0,70 a 17,2 microgrammi e quella del gruppo senza amalgame da 0,27 a 5,1 microgrammi nell’arco di 9 ore. I due terzi di mercurio contenuto nelle urine degli individui con amalgame risulta essere derivato dai vapori di mercurio rilasciati dalle amalgame stesse. Le analisi della regressione lineare indicano una correlazione altamente significativa tra il mercurio rilasciato nelle urine 2 ore dopo la somministrazione di DMPS e la scala delle misurazioni delle amalgame. Il DMPS può essere usato per aumentare l’escrezione urinaria di mercurio e per convalidare così questo metodo di misurazioni dei danni da esposizione di mercurio, soprattutto in caso di micromercurismo.
Aposhian HV, “Mobilitazione di mercurio e arsenico nell’uomo con DMPS sodico”, Environ Healt Perspect., 106(S4): 1017-25, agosto 1998
ABSTRACT (Università di Arizona, Dpt. Di biologia molecolare e cellulare, Tucson)
Il sodio 2,3-dimercapto-1-propane sulfonato (DMPS, Dimaval) è un agente chelante idrosolubile che può essere somministrato per via orale o sistemicamente ed è stato usato per curare l’intossicazione da metalli fin dagli anni 60, nell’ex Unione Sovietica e dal 1978 in Germania. Per determinare più approssimativamente i danni da Hg e da As sull’organismo umano sono stati sviluppati test in cui si facevano interagire DMPS e Hg e poi DMPS e As. I test includono la raccolta di urine durante la notte, somministrando 300 mg di DMPS e raccogliendo la urine in un lasso di tempo da 0 a 6 ore dal momento della somministrazione, per poi determinare il mercurio nelle urine prima e dopo la somministrazione di DMPS. Questi test di reazione, applicati a studenti universitari volontari con e senza sostituzione delle amalgame, indicano che i 2/3 dell’Hg contenuto nelle urine dopo la somministrazione di DMPS erano originati dalle loro amalgame. Inoltre c’era una correlazione direttamente proporzionale tra la quantità di amalgama (la misura della superficie delle amalgame) e l’Hg presente nelle urine dopo il test di reazione. Quando il test di reazione tra DMPS e Hg è stato usato per studiare il personale dentistico esposto per lavoro al mercurio, l’escrezione di mercurio nelle urine era 88, 49 e 35 volte maggiore dopo la somministrazione di DMPS rispettivamente in 10 tecnici dentisti, 5 odontoiatri e 13 impiegati tra il personale non qualificato. Il DMPS è stato anche usato per determinare i danni nell’organismo di persone che avevano bevuto acqua contenente 600 mcg di As/litro.
* Aronsson AM, Lind B, Nylander M, Nordberg M, "Amalgama dentale e mercurio", Biol Metals 2:25-30 (1989) (AE41)
ABSTRACT (Department of Environmental Hygiene, Karolinska Institute, Stockholm, Sweden)
Sono state misurate le concentrazioni di mercurio nell'aria intraorale e nelle urine. La concentrazione intraorale basale di mercurio era compresa, per le 27 donne esaminate, tra 0.6 e 10.4 ug/m3 (valore medio 4.3 ug/m3). Questo corrisponde al rilascio di 0,02-0.38 ng/s (valore medio 0.16 ng/s). Nelle urine la concentrazione di mercurio andava da 0.8 a 6.9 mcg/g di creatinina (valore medio 1.9 mcg/g di creatinina). Entrambi i dati su vapori intraorali e urine si correlavano significativamente con il numero totale di aree dentali con amalgame. I valori di proteine nel sangue indicavano l'assenza di danno renale. Le concentrazioni massime di vapori di mercurio nell'aria intraorale per le 27 donne dopo aver masticato per 5 minuti andava da 2 a 60 ug Hg/m3 (valore medio 19 mcg Hg/m3). Questo corrisponde a 0.07-2.20 ng Hg/s e ad un valore medio di 0.70 ng Hg/s.
* Arvidson B; Arvidsson J; Johansson K, “Mercurio che si deposita nei neuroni dei gangli trigeminali dopo l’immissione di amalgama nei denti dei topi”, Biometals; 7(3) p261-263, 1994 (BD24)
ABSTRACT
Un’otturazione di mercurio è stata inserita nel primo molare superiore di 12 topi che sono stati uccisi dopo 9 mesi. Sezioni di tessuto da gangli trigeminali e dal tronco cerebrale sono stati successivamente esaminati con una tecnica istochimica molto sensibile per rilevare l’accumulo di mercurio. All’interno dei gangli trigeminali, sono stati ritrovati depositi di mercurio nelle cellule nervose in 7 topi su 12, mentre non è stato trovato mercurio nelle sezioni del tronco cerebrale. È stato discusso il meccanismo responsabile dell’accumulo di mercurio nei gangli trigeminali.
Barregard L, Sallsten G, Blohm, Haglind P, "Cadmio, mercurio e piombo nella corteccia renale della popolazione svedese", Environ Health Perspect, nov. 1999; 107(11):867-871
ABSTRACT
Cadmio, mercurio e concentrazioni di piombo sono stati individuati nelle biopsie di cortecce renali congelate prese da 36 donatori svedesi (18 uomini, 18 donne) con reni sani, dai 30 ai 71 anni di età (in media 53 anni). E’ stato possibile ottenere da 27 di questi donatori informazioni sull’occupazione, uso di sigarette, presenza di amalgame dentali e consumo di pesce. I campioni (in media 0,74 mg di peso a secco) sono stati analizzati usando una spettrometria di massa di plasma induttivamente accoppiato, e i risultati sono stati convertiti nelle rispettive concentrazioni di peso in condizioni di umidità. La media del Cd nei reni era di 17 mcg/g ( intervallo di confidenza del 95%, 14-23 mcg/g) con risultati simili sia negli uomini che nelle donne. In 10 accaniti fumatori, la media del Cd nei reni era di 24 mcg/g, e in 12 che non avevano mai fumato era di 17 mcg/g. La media di Hg nei reni era di 0,29 mcg/g, con livelli più alti nelle donne (con la media di 0,54 mcg/g) rispetto agli uomini (in media 0,16 mcg/g). Individui con amalgame dentali avevano un valore di Hg nei reni più alto (in media 0,47 mcg/g, n=20) rispetto a quelli senza amalgame (in media 0,15 mcg/g, n=6). Quasi metà dei campioni avevano il Pb nel fegato al di sotto dei limiti percepibili. La media di Pb nei reni è stata stimata 0,14 mcg/g. Questo è il primo studio sui metalli pesanti sulla corteccia renale di soggetti in vita e sani, e i risultati sono relativamente simili a quelli dei pochi studi precedenti sulle autopsie, sottolineando che i risultati delle autopsie non sono seriamente in relazione con la concentrazione di metalli nei reni della popolazione. Le concentrazioni di Cd in quelli che non avevano mai fumato erano relativamente alte, indicando una considerevole assunzione di Cd dalle abitudini alimentari svedesi. L’effetto delle amalgame dentali sul Hg nei reni era come previsto, invece non è chiara la ragione della differenza nei livelli di Pb tra uomini e donne.
* Barregård L, Sällsten G, Järvholm B, "Individui con elevata esposizione al mercurio delle proprie otturazioni di amalgama", Occup Environ Med 52 (2) :124-128 (1995) (BB12)
ABSTRACT (Department of Occupational Medicine, Sahlgrenska University Hospital, Goteborg, Sweden):
Sono descritti 3 casi clinici. Questi sono confrontati con la distribuzione di escrezione urinaria di mercurio (Hg) della popolazione determinata in altri studi. Risultati: nei 3 casi esaminati c'era una eliminazione di 23-60 mcg di Hg/giorno (25-54 mcg/g creatinina), corrispondente ad un'assimilazione giornaliera di 100 mcg di Hg. I livelli di Hg nel sangue era di 12-23 mcg/l, valore che è 5-10 volte superiore alla media della popolazione svedese. Non furono identificate altre fonti di esposizione e la rimozione delle otturazioni di amalgama portò alla normalizzazione delle concentrazioni di Hg. La masticazione di gomma e il bruxismo erano probabilmente le ragioni per la maggiore esposizione a Hg. Conclusioni: sebbene in media l'assorbimento di mercurio da otturazioni dentali di amalgama è basso, ci sono notevoli differenze tra persone e persone; alcuni individui hanno un elevato assorbimento di mercurio dalle proprie otturazioni di amalgama.
* Begerow J, Zander D, Freier I, Dunemann L, "Espulsione a lungo termine del mercurio nelle urine dopo la rimozione delle otturazioni di mercurio", Int Arch Occup Health 66:209-212 (1994) (AY49)
ABSTRACT (Medizinisches Institut fur Umwelthygiene, Dusseldorf, Germany)
L'escrezione urinaria di mercurio è stata determinata in 17 pazienti (età: 28-55) prima e dopo la rimozione di tutte le otturazioni di amalgama (da 4 a 24). Prima della rimozione, l'escrezione di mercurio nelle urine si correlava con il numero di otturazioni di amalgama. Nella fase immediatamente post-rimozione (fino a sei giorni dopo la rimozione) è stato osservato un aumento medio del 30%. Entro 12 mesi l'escrezione di mercurio si era ridotta di 5 volte, da 1.44 mcg/g (range: 0.57-4.38 mcg/g) a 0.36 mcg/g (range: 0.13-0.88 mcg/g). Dopo la fine dell'esposizione alle amalgame dentali l'emivita urinaria è stata di 95 giorni. 12 mesi dopo la rimozione di amalgama tutti i partecipanti mostrarono valori decisamente diminuiti di mercurio urinario, valori che erano diventati simili a quelli di individui che non avevano mai avuto otturazioni di amalgama. Questi risultati mostrano che il rilascio di mercurio dalle amalgame dentali contribuisce grandemente all'esposizione al mercurio in persone non esposte professionalmente. L'esposizione da otturazioni di mercurio infatti è maggiore dell'esposizione da altre fonti quali il cibo, l'aria e liquidi da bere.
Berglund F, "150 anni di amalgama dentale. Rapporti di casi nell’arco di 150 anni sugli effetti sfavorevoli dell’amalgama. Relazione sull'avvelenamento da mercurio", Bio-Probe, Inc. Orlando, Florida 1995. (ISBN 0-9410011-14-3)
ABSTRACT
L’amalgama dentale consiste in un miscuglio di mercurio metallico con una lega in polvere di argento, stagno, rame e zinco. L’amalgama libera continuamente mercurio. Sono stati analizzati rapporti su 245 pazienti con amalgame che sono stati pubblicati su giornali scientifici nell’arco di 150 anni, dal 1844 al 1933. È stata documentata l’esposizione su riparazioni dentali con amalgama e varie leghe metalliche. Sono stati analizzati sintomi, test immunologici, trattamenti dentali e conseguenze. Una tavola riassuntiva paragona i sintomi con quelli del caso riportato da Kussmanl tra lavoratori di specchi del 1861. RISULTATI. Quasi tutti i sintomi in pazienti con amalgama furono già denunciati nel XIX sec. E la maggior parte concordano con quelli per avvelenamento cronico da mercurio. Test epicutanei sulla pelle in pazienti con sintomi sulla pelle sono risultati positivi al mercurio o, in alcuni casi, all’argento o al rame. La rimozione dell’amalgama è stata la misura comune che ha portato a un miglioramento o alla cura. CONCLUSIONI. Tre meccanismi patogeni prevalgono: 1) una tossicità da mercurio legata alla dose; 2) l’immunologico (immunosoppressione, autoimmunità, 1-4 tipi di ipersensitività); 3) l’elettrogalvanico, tra gli altri per leucoplachie e lichene orale. La guarigione dopo la rimozione dell’amalgama è spesso incompleta. Questo avviene anche in caso di avvelenamento da mercurio sul lavoro. L’uso dell’amalgama per restauri dentali provoca un inaccettabile rischio di malattia cronica e sofferenza.
Berglund F, Elinder G, "Trombocitopenia in due bambini dopo l’inserimento di amalgame nei denti da latte", Sammanfattningar, Svenska Läkarsällskapets, Riksstämma 27-29 nov 1991
“Una bambina di 9 anni in Oskarshamn si ammalò dopo 2 mesi dall’inserimento di un’amalgama in un dente da latte, con petecchie sulle gambe e gengive sanguinanti. I trombociti inizialmente 15x19(9)/l rapidamente scesero a 2,1x10(9)/l. La microspia del midollo osseo mostrava megacariociti piccoli e immaturi. 60mg di prednisolone fu somministrato per quattro giorni, poi 20mg al giorno e interrotto dopo tre settimane. I trombociti allora aumentarono nell’arco di tre mesi da 43 fino a circa 200x10(9)/l. Durante questo tempo la bambina aveva perso i suoi denti da latte con l’amalgama. La madre aveva 16 amalgame di varia grandezza e 4 capsule d’oro. Soffriva di dolori alle articolazioni, stanchezza freddo e avevo allattato la bambina per 7 mesi. A un bambino nato nel 1979 venne inserita un’amalgama in un dente da latte nel1982, a dicembre dell’83 si fece dei lividi e i trombociti erano 23x10(9)/l. Chiaramente positivo il test di Coombs. Inizialmente trattato con cortisone e Imurel. Dopo un paio di mesi solo Imurel fino al 1991. Il dente cadde a gennaio ’91 e fu analizzato. Il ragazzo ora sta bene. La madre ha amalgame in tutti i molari e premolari, con sapore metallico dal 1986 circa. Ha allattato il figlio per due mesi. Topi esposti a mercurio gassoso accumulano mercurio anche nel midollo osseo. La storia dentale, sia della madre che del figlio, dovrebbe essere parte di una valutazione dell’anamnesi.
Articolo correlato: mercurio e trombocitopenìa
Fuortes LJ, Weismann DN, Peters C, "Trombocitopenia autoimmune ed avvelenamento da mercurio elementare", J Toxicol Clin Toxicol 33(5):449-455 (1995)
ABSTRACT
Tre casi di grave tossicità al mercurio verificatisi all'interno di una famiglia. Due casi di trombocitopenìa si sono verificati in questa famiglia e rappresentano il secondo importante resoconto di un'associazione tra tossicità da mercurio e trombocitopenìa. Tre dei bambini si sono presentati con una combinazione di manifestazioni dermatologiche e neurologiche che richiamano l'acrodinia o "malattia rosa". Ciascuno dei 4 bambini in questa famiglia era stato curato con acido dimercaptosuccinico. Sono stati descritti i rischi nell'usare l'aspirapolvere nei casi di perdite di mercurio e le appropriate procedure di pulizia.
Berglund A, Molin M, "Livelli di mercurio nel plasma e nelle urine dopo la rimozione di tutte le amalgame: gli effetti dell’uso della diga di gomma", Dent Mater, sett. 1997; 13(5):297-304
ABSTRACT (Dpt. Dental Materials Science, Umea University, Sweden)
Scopo del presente studio è stato di determinare se la rimozione di tutti i restauri di amalgama può significativamente influenzare i livelli di mercurio nel plasma e nelle urine e se l’uso di diga di gomma può ridurre l’esposizione del paziente al mercurio durante la rimozione dell’amalgama. Tutti i restauri di amalgama sono stati rimossi da 18 soggetti durante un singolo trattamento in cui è stata usata la diga di gomma, e da 10 soggetti in cui non è stata usata. Tutte le amalgame sono state rimosse dallo stesso dentista usando un taglio velocissimo, acqua refrigerante ed evacuazione ad alto volume. I livelli di mercurio nel plasma e nelle urine sono stati entrambi analizzati prima e durante i successivi 20 mesi dopo la rimozione delle amalgame. Allo scopo di determinare se la rimozione di tutte le amalgame può causare una larga esposizione sufficiente per una crescita considerevole dei livelli di mercurio e di determinare se la rimozione se la rimozione può portare ad una considerevole diminuzione dei livelli di mercurio trovati durante il periodo fissato, è stato usato il t-test accoppiato degli Studenti. Per ogni individuo i livelli di prima della rimozione sono stati paragonati con entrambi i livelli trovati nel plasma e nelle urine, ed anche con i livelli trovati dopo la rimozione. Per di più, allo scopo di esaminare se l’uso di protezioni di gomma ha degli effetti sui livelli di mercurio trovati dopo la rimozione, i cambiamenti dei livelli di mercurio trovati sono stati confrontati tra i gruppi usando il Wilcoxon-Mann-Whitney test. RISULTATI: Dopo la rimozione di tutte le amalgame solo il gruppo senza protezioni con diga di gomma ha mostrato una considerevole crescita nei livelli di mercurio trovati nel plasma e urine. Ma, un anno dopo, i livelli di mercurio nel plasma e nelle urine sono scesi molto al di sotto dei livelli di prima della rimozione per entrambi i gruppi. Quando i cambiamenti dei livelli di mercurio trovati sono stati confrontati tra i gruppi, il gruppo senza protezioni di gomma ha mostrato una crescita molto più alta di mercurio nel plasma rispetto al gruppo con la protezione il giorno dopo la rimozione. Rispetto ai livelli di mercurio di prima della rimozione nel plasma e nelle urine, i livelli trovati dopo la rimozione di tutte le amalgame sono stati in media 52+/-23% (variazione 4-89%), più bassi nel plasma e 76+/-21% (variazione 20-94%) più bassi nelle urine. Lo studio ha mostrato che l’amalgama dentale ha avuto un impatto statisticamente considerevole sui livelli di mercurio trovati nel plasma e nelle urine nei pazienti esaminati, e che l’uso di una protezione di gomma durante la rimozione di tutte le amalgame ha prodotto un considerevole picco di mercurio nel plasma dopo la rimozione.
* Bjorkman L; Lind B, "Fattori che influenzano il tasso di evaporazione di mercurio da amalgame dentali", Scandinavian Journal of Dental Research; 100 (6) 354-360 1992 (BB18)
ABSTRACT (Department of Environmental Hygiene, Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden)
Questi fattori sono stati studiati in 11 volontari. L’aria è stata tratta dalla cavità orale per un minuto e continuamente analizzata con un rilevatore di mercurio. In 6 volontari il tasso di evaporazione medio è stato 0,1mg Hg/s, variazione 0,09-1,3mg Hg/s. Dopo cinque minuti di masticazione di gomma il più alto tasso di evaporazione è stato 2,7mg Hg/s. Masticare cera di paraffina ha provocato solo un piccolo aumento del tasso di evaporazione. Il campionamento con diverse imboccature e a bocca chiusa è stato messo a confronto con il campionamento a bocca aperta con un sottile tubo di plastica. Si è scoperto che il secondo metodo potrebbe dare origine a valori più bassi per alcuni volontari dovuti alla contemporanea respirazione attraverso la bocca. Dopo aver inserito nella bocca particolari coperture di plastica sui denti, l’evaporazione intraorale di mercurio è scesa immediatamente dell’89-100% dei livelli precedenti. Questa tecnica potrebbe essere usata per scoprire l’evaporazione di mercurio dalle singole amalgame o per ridurre la concentrazione di vapore di mercurio intraorale. Sciacquare la bocca con acqua riscaldata per un minuto ha aumentato il basso tasso di evaporazione di un fattore di 1.7 quando la temperatura dell’acqua è aumentata da 35°C a 45°C.
** Björkman L, Sandborgh-Englund G, Ekstrand J, "Mercurio nella saliva e nelle feci dopo la rimozione dell’amalgama", Toxicol Appl Pharmacol 144 1997 156-162 (BR39)
ABSTRACT (Department of Basic Oral Sciences, Karolinska Institutet, Stockholm, Sweden)
Le conseguenze tossicologiche dell’esposizione al mercurio da amalgame dentali è una questione di dibattito in molti paesi. Lo scopo di questo studio è stato di ottenere dati sulle concentrazioni di Hg nella saliva e nelle feci prima e dopo la rimozione di amalgame dentali. Sono state determinate anche le concentrazioni di Hg nelle urine, sangue e plasma. A dieci soggetti sono state rimosse tutte le amalgame in una sola sessione dentale. Prima della rimozione, la concentrazione media di Hg nelle feci era di dieci volte più alta che in campioni di un gruppo di riferimento di 10 individui senza amalgame (2.7 contro gli 0.23 micromol Hg/kg di peso a secco, p<0,001). Un aumento considerevole della concentrazione di Hg nelle feci due giorni dopo la rimozione dell’amalgama (in media 280 mumol Hg/kg di peso asciutto) fu seguito da una significativa diminuzione. 60 giorni dopo la rimozione la concentrazione media di Hg era ancora un po’ più alta che negli individui del gruppo di riferimento. Nel plasma, la concentrazione media di Hg era di 4nmol/litro. Due giorni dopo la rimozione la concentrazione media di Hg nel plasma è aumentata a 5nmol/litro e diminuita successivamente a 1,3nmol/litro dal sessantesimo giorno. Nella saliva c’era una diminuzione esponenziale nella concentrazione dell’Hg durante le prime due settimane dopo la rimozione dell’amalgama (t 1/2 = 1,8 giorni). Se ne conclude che le otturazioni d’amalgame sono una fonte significativa di Hg nella saliva e nelle feci. I livelli di Hg in tutti i casi decrescono considerevolmente dopo la rimozione dell’amalgama. L’assorbimento di mercurio dell’amalgama nel tratto GI in concomitanza con la rimozione dell’otturazione di amalgama sembra essere basso.
** Blumer W, "Tossicità del mercurio e otturazione dentale d’amalgama", Journal of Advancement in Medicine, v.11, n.3, Fall 1998, p.219 (CB52)
ABSTRACT
Precedenti rapporti hanno rivelato che il mercurio da otturazione dentale d’amalgama si deposita nei tessuti, principalmente nel cervello, nel fegato e nei reni. A basse dosi, per un lungo periodo di tempo, il mercurio produce sintomi non-specifici nel sistema nervoso centrale, che includono irritabilità, insonnia, ansia, emicrania, fatica, depressione, tremore e vertigini. Ai pazienti affetti da sintomi cronici del sistema nervoso furono somministrati 100mg/settimana di DMPS, combinati con 100mcg/giorno di selenio. Fu misurata la concentrazione di mercurio urinario, che fu inizialmente alta ma decrebbe con il tempo e migliorò i sintomi nei pazienti. I nostri risultati sono che l’avvelenamento da mercurio indotto dall’amalgama è una causa frequente di sintomi del sistema nervoso centrale e che questa causa può essere rivelata dal test di confronto del DMPS.
* Boyd ND, Benediktsson H, Vimy MJ, Hooper DE, Lorscheider FL, "Il mercurio da otturazioni dentali d’argento danneggia la funzione renale di pecore", Am J Physiol 261 1991 R1010-1014 (AK30)
ABSTRACT
Nella popolazione vapori di Hg sono rilasciati dalle otturazioni di amalgama d’argento che contengono il 50% in peso di Hg. Studi precedenti mostrano che quando 12 di queste otturazioni sono impiantate in denti di pecora, i reni degli animali tendono a concentrare Hg da amalgama a livelli che variano da 5 a 10mcg Hg/g di tessuto renale 4-20 settimane dopo l’inserimento. In questo studio le otturazioni occlusali (12, in totale 5100mg) furono impiantate in ognuna delle sei pecore femmine adulte sotto anestesia generale, usando procedure dentali standard. Otturazioni dentali di vetroionomero (12) furono inserite in due pecore di controllo. Diversi giorni prima dell’operazione dentale, 30 e 60 giorni dopo l’impianto dell’otturazione, fu valutata la funzionalità renale in base al test di normalizzazione dell’inulina del plasma e in base agli elettroliti dell’urina e del plasma, oltre che all’urea e le proteine. Un tasso ordinario della normalizzazione dell’inulina del sangue di 69.5+/-7.2 ml/min prima dell’impianto dell’amalgama fu ridotto a 32.3+/-8.1 ml/min in 30 giorni e rimase basso a 27.9+/-8.7 ml/min dopo 60 giorni. La normalizzazione dell’inulina non cambiava nei controlli. Dopo l’inserimento dell’amalgama la concentrazione delle albumine dell’urina diminuì da 93.0+/-20.5 a 30.1+7-25.3 mg/l e le concentrazioni di Na+ dell’urina aumentò costantemente da 24.8+/-7.7 a 82.2+/-20.3 mmoli/L in 60 giorni. Le concentrazioni di K+, urea, gamma-glutamil transpeptidasi, fosfatasi alcalina, e delle proteine totali nell’urina non cambiò in modo significativo tra 0 e 60 giorni. I livelli di Na+, K+, urea e albumina del plasma rimasero inalterati tra 0 e 60 giorni dopo l’impianto dell’amalgama. L’istologia renale rimase normale negli animali trattati con amalgame. Si è concluso che i livelli di Hg d’amalgama nel rene sono sufficienti a ridurre significativamente il tasso della normalizzazione dell’inulina per mezzo di meccanismi non definiti e che le configurazioni dell’elettrolita nell’urina sono collegati all’indebolito riassorbimento tubulare dei reni.
Boyer DB, "Vaporizzazione del mercurio da amalgama dentale corrosa", Dent Mater 4:89-93 (1988)
ABSTRACT
Lo scopo di questo studio era di determinare l’effetto in vitro della corrosione e dell’invecchiamento sull’emissione di vapore di mercurio di amalgama dentale. Elettrodi d’amalgama furono preparati a partire da leghe convenzionali e rame puro mescolati e furono invecchiati per una settimana a 22°C o a 60°C per accelerare l’invecchiamento. L’emissione di vapori di mercurio fu misurata con un dispositivo di controllo del mercurio, LCD, dopo l’abrasione. I campioni furono corrosi da una polarizzazione anodica con una soluzione di Ringer e l’emissione di mercurio fu rimisurato. L’emissione di vapore di mercurio diminuì in modo esponenziale dopo l’abrasione delle amalgame seguendo lo stesso tasso dell’ossidazione dei metalli a bassa temperatura. Ci fu successivamente un marcato aumento nelle quantità di mercurio emesso dai campioni corrosi quando furono abrasi. L’invecchiamento accelerato delle amalgame a 60°C ebbe come conseguenza una più grande resistenza alla corrosione e minore emissione di mercurio dei campioni corrosi. L’amalgama convenzionale emise meno vapore di mercurio rispetto all’amalgama di rame puro senza considerare se i campioni erano corrosi sperimentalmente o non corrosi. Un campione di amalgama convenzionale corrosa clinicamente, produsse una quantità di emissione più grande di vapore di mercurio.
Brune D, "Corrosione di amalgame", Scand J Dent Res, dic. 1981; 89(6):506-14
ABSTRACT
È stato misurato il rilascio di rame, mercurio, argento, stagno o zinco delle amalgame convenzionali, a fase dispersa e sferiche contenenti rame puro immerse in una soluzione di saliva artificiale per un periodo fino a 30 giorni è stato misurato usando tecniche a tracciante nucleare. Durante la corrosione iniziale, cioè entro poche ore, si trovò che erano presenti quantità notevoli di mercurio nel materiale particolato nei tre tipi di amalgami. Il rilascio di materiale particolato era marcato per quanto riguarda il tipo di amalgama a fase dispersa. Dopo circa 30 giorni, si scoprì che le corrosioni elettrochimiche erano il processo predominante nel rilascio dei vari prodotti di corrosione. Fu dimostrato che lo zinco era il maggior prodotto di corrosione rilasciato nelle soluzioni di saliva artificiale da parte sia delle amalgame convenzionali che da quelle a fase dispersa. A causa dei bassi livelli radioattivi l’argento e lo stagno non potettero essere analizzati quantitativamente. Tuttavia, i limiti superiori dell’argento e dello stagno nelle soluzioni di saliva artificiale riferiti a periodi di esposizione fino a 30 giorni furono stimati a 0.1 microgrammi e a 25 microgrammi rispettivamente. È stato valutato lo stato chimico dei vari prodotti di corrosione. La deposizione di CuCl2 x3Cu (OH)2 sulle superfici delle amalgame ad alto tenore di rame fu osservata conformemente all’analisi di diffrazione dei raggi X.
* Brune D, "Esposizione a mercurio e argento durante la rimozione di restauri in amalgama", Scand J Dent Res 88 1980 460 (F6)
ABSTRACT
Le condizioni igieniche del mercurio negli studi dentistici sono state precedentemente studiate dimostrando che un trattamento e uno smaltimento adeguati del mercurio e dell’amalgama sono necessari ad assicurare delle buone condizioni di lavoro. Tuttavia il valore limite soglia per il vapore di mercurio può essere superato nei laboratori dentistici durante la frantumazione dei modelli d’amalgama. Nelle cliniche dentistiche vi è un rischio potenziale di inalazione di vapore di mercurio e polvere di amalgama durante la rimozione di vecchie otturazioni d’amalgama. Il presente studio contiene sia la misurazione del mercurio e dell’argento in particelle raccolte nella posizione di respiro dei dentisti sia i livelli di vapore di mercurio associati alla rimozione di vecchie otturazioni.
Bruno E, Ronchi F, Cavallè E, "Valutazioni biologiche e cliniche sul rilascio di mercurio da otturazioni di amalgama", Dental Cadmos, n.19, dicembre 1998, p.17
ABSTRACT:
Il rilascio di mercurio da parte delle otturazioni in amalgama è oggi un fatto acquisito e ben documentato, così come ne è dettagliatamente conosciuto il destino biologico all'interno dell'organismo. Le conseguenze dell'intossicazione cronica che ne deriva sono tuttora poco comprese e studiate e necessitano di essere approfondite attraverso studi sperimentali ed epidemiologici affidati ai diversi settori della medicina. Ulteriori dati sono necessari rapidamente circa la soggettività genetica della risposta immune e allergica al mercurio, al fine di poter identificare quei soggetti che, in modo maggiore degli altri, risentono dell'impiego di amalgama quale materiale da otturazione. Alla luce dei dati scientifici oggi disponibili, occorrerebbe iniziare a considerare l'amalgama al pari di un farmaco e quindi dotato, in quanto tale, di specifiche indicazioni, di controindicazioni e, inevitabilmente, di effetti collaterali.
* Bumgardner JD, Johansson BI, "Corrosione galvanica ed effetti citotossici dell’amalgama e delle leghe di gallio accoppiate al titanio", Eur. J. Oral Sci. (1996), 104, 300-308 (BJ21)
ABSTRACT
Scopo di questo studio era di esaminare e confrontare la corrosione galvanica di un’amalgama convenzionale, quella di una di rame puro dispersa, quella di una sferica di rame puro arricchita al palladio e di una lega di gallio accoppiata con titanio in soluzione salina e in coltura cellulare, e di valutare gli effetti delle coppie sulle cellule in coltura. Effetti citotossici significativi furono osservati quando il tipo di amalgama di rame puro dispersa e la lega di gallio furono accoppiate al titanio. Anche se le correnti di corrosione misurate per queste coppie sono minori di quelle delle leghe d’oro accoppiate all’amalgama, questi risultati ci suggeriscono che è il potenziale (generato) dai prodotti rilasciati dalla corrosione galvanica a diventare citotossico. Questi dati giustificano ulteriori indagini sugli effetti dell’accoppiamento di amalgama e leghe di gallio con il titanio nell’ambiente orale.
** Caulk/Dentsply, produttore di amalgama, Scheda di sicurezza dell'amalgama, 19 gennaio 1988 (Material safety data sheet: Mercury) (AQ15)
ABSTRACT
"Inalazioni croniche di vapori di mercurio prolungate nel tempo possono causare mercurialismo che è caratterizzato da leggeri tremori ed eretismo. I tremori possono coinvolgere le mani prima, ma possono anche arrivare ad interessare la faccia, le braccia e le gambe. L'eretismo si manifesta con arrossamenti, timidezza, depressione o sconforto, contrarietà alle critiche, irritabilità o eccitabilità, mal di testa, ed in gravi casi possono verificarsi allucinazioni, perdita di memoria, e deterioramento mentale. Concentrazioni di 0.03 mg/m3 hanno portato a disturbi psichiatrici. Danni renali possono essere indicati da proteinuria, albuminuria, enzimuria e anuria. Altri sintomi possono includere salivazione, gengivite, stomatite, allentamento del dente, linee blu delle gengive, diarrea, polmonite cronica e leggera anemia".
* Chien YC, Feldman C, Zohn HK, Weisel CP, "Livelli di mercurio urinario prima e dopo restauri in amalgama", The Science of the Total Environment, 188 (1996) 39-47
ABSTRACT
Il livello di mercurio urinario e i tassi di escrezione furono misurati per determinare l’effetto dei restauri dentali d’amalgama sul carico di mercurio del corpo. Non fu trovato alcun consistente aumento nelle concentrazioni di mercurio urinario tra i soggetti che avevano un singolo restauro, ma un trend in continua crescita statisticamente significativo, che era del 33% al di sopra dei livelli di fondo, fu scoperto tra i 9 e i 12 giorni dopo il restauro, nel caso di quattro restauri in un solo giorno. Le correnti scoperte suggerirono che anche se i restauri d’amalgama possono causare un incremento nel carico di mercurio del corpo, l’innalzamento al di sopra dei livelli di fondo è piccolo e perciò il rischio associato all’uso di questi materiali è considerato minimo dalla popolazione generale.
Cooley R, "Vapori di mercurio emessi durante la trapanazione di amalgame con turbina ad elevato numero di giri", J. Indiana Dental Assoc., vol.57, n.2, marzo 1978, p28-31 (FF18)
ABSTRACT
Ci si è riferiti alla contaminazione da mercurio come al pericolo silenzioso perché il problema non è stato pienamente valutato dal personale dentistico e l’assorbimento e l’accumulazione di mercurio avvengono senza avvertimento e può continuare per lungo tempo se non è eseguita regolarmente qualche forma di monitoraggio. Questo studio dimostra che la rimozione di vecchi restauri d’amalgama con strumenti ultraveloci ha la capacità di incrementare la contaminazione da mercurio di una stanza di trattamento dentistica. Questo incremento del vapore di mercurio può essere contenuto con l’uso di evacuazione centrale sotto vuoto o con l’uso di spruzzo d’acqua in congiunzione con l’aspirazione centrale sotto vuoto.
Cooley RL, Stilley JS, Lubow RM, "Vapori di mercurio prodotti durante la sterilizzazione di strumenti contaminati dall’amalgama", The Journal of Prosthetic Dentistry, marzo 1985, v.53, n3, p304- 308 (AD81)
ABSTRACT
Scopo di questo studio è stato di individuare e misurare il vapore di mercurio prodotto, sia dagli strumenti contaminati da amalgama posti in uno sterilizzatore chimico a vapore che usava sia il calore che prodotti chimici, sia dalle particelle d’amalgama introdotte accidentalmente nello sterilizzatore. Strumenti venuti da poco in contatto con amalgama produrranno vapore di mercurio quando sono messi in rotazione in un Chemicalve. Si trovò che questi sterilizzatori continuavano ad emettere vapori di mercurio dopo che gli strumenti contaminati furono rimossi. I livelli residuali si avvicinarono e sorpassarono il TLV di 0.05mg Hg/m3.
Cooley RL, Barkmeier EW, "Prevenzione della contaminazione di vapori di mercurio rilasciati dall’amalgama", Quintessence Int. 5:71, 1979
ABSTRACT
"Il modo migliore possibile per controllare il rilascio di vapori di mercurio da rimasugli di amalgama è la conservazione infissatore per raggi X o in soluzione di HgX (Acton)"
"Studio della Coors A. Foundation sull’amalgama", The International DAMS Newsletter, p17, vol VII, Issue 1&2, Primavera 1997
ABSTRACT
Parametri misurabili del corpo furono seguiti prima e dopo la rimozione dell’amalgama. La selezione dei partecipanti si basava su maschi e femmine aventi da 3 a 10 amalgame che sembravano apparentemente sani. Furono rifiutati se avevano trattamenti canalari, corone d’oro o di nichel, ponti mobili, apparecchi ortodontici, o ogni altro materiale immunointerferente nelle loro bocche. L’amalgama rimossa mostrava: 1) una riduzione nell’incremento compensativo dovuto alla contaminazione dell’emoglobina all’interno dei globuli rossi; 2) un aumento o una diminuzione della saturazione di ossigeno nei globuli rossi a seconda che le amalgame sono installate o rimosse; 3) diminuzione nell’eliminazione urinaria di porfirine, in alcuni casi addirittura fino al livello 0 (questo suggerisce un legame tra inspiegabile affaticamento cronico, la porfiria e la presenza di amalgame); 4) i globuli bianchi, nei casi in cui sono presenti in valori elevati, rispondono prontamente alla rimozione delle amalgame, mentre nei casi di valori bassi, i globuli bianchi tardavano a tornare a valori ottimali; 5) la chinasi del colesterolo e della creatina (entrambe le molecole monitorate in relazione a certe condizioni del cuore) hanno una notevole risposta alla rimozione delle amalgame.
* Cutright DE, Miller RA, Battistone GC, Millikan LJ, "Livelli sistemici di mercurio causati dall’inalazione di vapore durante la trapanazione di amalgama ad alta velocità", J Oral Med 28(4):100-104 (1973) (G35)
ABSTRACT
Questo esperimento ha mostrato i seguenti fatti circa l’esposizione di ratti ad una polvere di amalgama prodotta da un lavoro ad alta velocità: 1. La polvere è quasi immediatamente assorbita nel flusso sanguigno come mostrato da aumenti immediati rivelati misurando il contenuto di mercurio nel sangue. 2. Il cuore riceve livelli estremamente alti di mercurio nel giro di pochi minuti dopo l’esposizione, 81 volte più alto del livello di controllo. 3. Il cervello ed il fegato raggiungono i loro massimi livelli di mercurio 16 ore dopo l’esposizione. Entrambi questi livelli sono approssimativamente 7 volte più alti del controllo. 4. Il cuore, il fegato, il cervello ed il rene concentrano mercurio dal sangue. 5. I livelli di mercurio dei polmoni e del cuore decrescono rapidamente fino a 32 ore e poi più lentamente per tutta la durata dell’esperimento. 6. I livelli di mercurio del cervello e del fegato decrescono rapidamente dal loro massimo tra le 16 e le 32 ore e poi lentamente nelle 72 ore di durata dell’esperimento. 7. Il livello di mercurio del rene cresce lentamente per tutte la durata dell’esperimento e contiene un livello molto alto di 22.9 microgrammi a 72 ore. 8. Nessuno dei tessuti analizzati era ritornato a livelli di controllo entro la fine delle 72 ore. Gli autori allo stato attuale non possono stabilire quanto è assorbito da un paziente al variare delle condizioni o asserire positivamente che questo studio sui ratti comparabile agli umani. Tuttavia, gli autori vogliono porre in rilievo i possibili pericoli dell’esposizione al mercurio, anche in minuscole quantità, che potrebbe capitare nella pratica dentale.
Dallmann P, "Welche Gefahren konnen durch quecksilber entstehen? Amalgam - eine endlose Geschichte", PeDa-Eigenverisg, 1995
ABSTRACT
Un donna di 38 anni dal 1972 di raffreddore da fieno e dal 1973 di allergie sulle mani. Nel 1983 sviluppò sul viso e sulle braccia una eruzione cutanea con prurito permanente che non migliorò nonostante tutti i trattamenti dermatologici. Nel 1990 apparve una allergia da sole. Un anno dopo, l'eruzione cutanea con grave prurito si allargò lentamente all'intero corpo. Furono diagnosticate allergie a diverse sostanze. Nel 1992 l'amalgama fu rimossa e fu iniziata una terapia di chelazione con DMPS. Il livello di mercurio nelle urine dopo DMPS passò, dopo un anno, da 810 a 14 mcg/l. L'ampio eczema sfigurante sull'intero corpo scomparì lentamente, anche dal volto. Rimase solo una leggera, quasi impercettibile sensibilità cutanea. I sintomi allergici cessarono.
Danscher G, Hørsted-Bindeslev P, Rungby J, "Tracce di mercurio in organi di primati con otturazioni di amalgama", Exp Mol Pathol 52:291-299 (1990)
ABSTRACT
Allo scopo di trovare possibili accumuli di mercurio, tre cercopitechi (scimmie) ricevettero otturazioni d’amalgama, altri tre ricevettero impianti dell’osso mascellare in amalgama, e altre tre scimmie non trattate servirono come controllo. Un anno più tardi tutti gli animali furono sacrificati. Sezioni di tessuto di diversi organi furono sottoposti ad amplificazione d’argento per autometallografia e analizzati con microscopia luminosa ed elettronica. Fu trovato che le otturazioni in amalgama (totale, 0.7-1.2g) causavano deposizione di mercurio nei seguenti tessuti: gangli spinali, pituitario anteriore, midollo adrenale, fegato, reni, polmoni, ghiandole linfatiche intestinali. Nelle scimmie con gli impianti mascellari in amalgame d’argento (totale, 0.1-0.3g) il mercurio fu trovato negli stessi organi ad eccezione del fegato, polmoni, e ghiandole linfatiche e intestinali. Gli organi dei tre animali di controllo privi di precipitati. Questi risultati sostengono fortemente ciò che è stato suggerito precedentemente, che otturazioni dentali nei primati causano assorbimento di mercurio rilasciato da otturazioni in amalgama attraverso i polmoni e il tratto intestinale, e che a seconda dell’esposizione è distribuita a più organi ed eventualmente sarà trovato nel sistema nervoso centrale.
Danscher G, Stoltenberg M, Juhl S, "Come rilevare oro, argento e mercurio nel cervello umano e altri tessuti tramite l’amplificazione autometallografica d’argento", Neuropathology & Applied Neurobiology. 20(5):454-467, ott. 1994
ABSTRACT
Oro, argento, mercurio e zinco si legano chimicamente agli ioni solfuro e seleniuro e creano reticoli cristallini che possono essere rivelati in sezioni istologiche tramite una tecnica di amplificazione dell’argento chiamata metallografia (AMG). La tecnica ingrandisce specificatamente tali cristalli catalitici di grandezza nanometrica. Per ogni metallo, è stato elaborato un protocollo dettagliato. Se molte molecole di metalli di AMG diverse, sono presenti nello stesso tessuto, è possibile distinguerle le une dalle altre. La tecnica AMG si basa sulla capacità dei piccoli reticoli cristallini delle molecole dei metalli e del metallo sopra menzionati da dare origine all’amplificazione AMG dell’argento. Gli elettroni rilasciati dall’aderenza delle molecole di idrochinone riducono gli ioni argento che sono connessi integralmente col reticolo cristallino. In questo modo particelle che consistono solo di alcuni atomi di, ad esempio oro, o molecole di seleniuro di mercurio (Figura 1), possono essere argento-amplificate fino a una grandezza che può essere rilevata al microscopio elettronico, o anche oltre fino alle dimensioni che possono essere osservate al microscopio ottico. Così la tecnica AMG offre la possibilità di visualizzare oro, per esempio nel sistema nervoso di pazienti reumatici che sono stati trattati con aurotiomalato. Il mercurio può essere visualizzato similmente nei tessuti di individui che sono stati esposti al mercurio per lo smescolamento dalle otturazioni dentali in amalgama, per il mangiare pesce, o per l’esposizione professionale, e l’argento nel sistema nervoso centrale (CNS) o periferico (PMS) e in altri tessuti di individui esposti all’argento in una forma o in un’altra. In futuro, la possibilità di descrivere lo zinco vescicolare, una particolare raccolta di zinco endogeno che si trova nelle terminazioni dei neuroni a zinco-arricchiti (neuroni ZEN), potrebbe dimostrarsi prezioso per l’interpretazione patologica di malattie come il morbo di Alzheimer. Lo zinco vescicolare, presente in alcune delle vescicole sinoptiche delle terminazioni dei neuroni ZEN, è dimostrato in modo più imponente in strutture telencefaliche. Sta diventando sempre più certo che lo zinco vescicolare è in relazione con l’attività simpatica influenzando o modulando le sinapsi. I neuroni ZEN sono probabilmente una sottopopolazione di neuroni glutaminergici. Perciò occorre urgentemente una tecnica per la descrizione post-mortem dello zinco vescicolare nelle terminazioni dei neuroni ZEN in cervelli umani.
Derand T, "Vapori di mercurio da amalgama dentale, uno studio in vitro", Swed Dent J 1989; 13(5):169-75
ABSTRACT (Department of Dental Materials and Technology, University of Lund, Malmo, Sweden)
Lo scopo di questa indagine era quello di esaminare in vitro il tasso di vapore di mercurio da parti di tipi diversi di amalgame dentali. Le superfici di amalgama di tre diversi stati furono usate, levigate, ossidate e corrose. Furono esaminati anche l’influenza della temperatura, dello spazzolamento e dell’acqua sui campioni. I risultati mostrarono una grande differenza tra le amalgame levigate conservate all’aria e le amalgame corrose da saliva artificiale. I singoli tipi di composizione rilasciarono più mercurio di quelle tradizionali e di quelle disperse. Una temperatura più alta fece salire i tassi di vapori emessi mentre l’acqua li fece abbassare. Quando le superfici delle amalgame furono spazzolate con una pasta dentifricia, ci fu un incremento istantaneo di mercurio.
De Witt MF, "Amaurosi dell'occhio destro alleviata da rimozione dell'otturazione dentale del corrispondente lato e guarigione completa ottenuta con l'estrazione del dente", Am J. Med Sci 1868; 55:382-383
ABSTRACT
Uomo di 31 anni; cecità dell'occhio destro 2 mesi dopo l'inserimento di una grande otturazione di mercurio (dente 14); dopo 12 anni il dente 14 venne estratto e la visione gradualmente ritornò; dopo 1 mese le condizioni dell'occhio destro erano buone quasi come quelle del sinistro.
Dorffer U, "Anorexia hydrargyra. Kasuistik aus der Praxis", Monatssche Kinderheilkd 1989; 137:472
ABSTRACT
“Ragazza di 15 anni; 10 otturazioni di amalgama, 6-8 dalle scuole elementari. Nell'autunno del 1986 tutte le otturazioni di amalgama furono sostituite con nuove; all'inizio 1988: affaticamento, insonnia, problemi di memoria, mal di testa. Vertigine. Perdita di capelli. Artralgia. Perdita di appetito, perdita di peso da 51 a 45 kg (altezza 171 cm); a seguito della rimozione di tutte le otturazioni di amalgama si riprese molto bene, all'inizio del 1989 tornò di nuovo a 51 kg di peso corporeo”.
Drasch G, Schupp I, Hofl H, Reinke R, Roider G, "Accumuli di mercurio nei tessuti umani di feti e neonati", Eur J. Pediatrics, 153 (8): 607-610, agosto 1994 (AY24)
ABSTRACT (Institut fur Rechtsmedizin, Munchen, Germany)
Sono state determinate le concentrazioni di mercurio totale nel fegato (Hg-F), nella corteccia renale (Hg-R) e nella corteccia cerebrale (Hg-C) di 108 bambini (tra 1 giorno di vita e 5 anni) nonché Hg-R e Hg-F di 46 feti. Per quel che era possibile è stata registrata la storia dentale delle madri. I risultati sono stati confrontati con le concentrazioni di mercurio nei tessuti di adulti della stessa area geografica. Hg-R (n=38) e Hg-F (n=40) dei feti, Hg-R (n=35) e Hg-C (n=35) dei bambini (11-50 settimane di vita) si correlano significativamente con il numero di otturazioni dentali di amalgama della madre. È stata discussa la rilevanza tossicologica dell' Hg-R così inaspettatamente elevato nei bambini delle madri con il maggior numero di amalgame. Conclusioni: le future discussioni sui pro e i contro dell'amalgama dentale non dovrebbero essere limitate agli effetti delle otturazioni portate da adulti o bambini, ma dovrebbero anche includere l'esposizione fetale. L'applicazione illimitata di otturazioni dentali su donne prima o dopo l'età fertile dovrebbe essere riconsiderata.
Drasch G, Gath HJ, Heissler E, Schupp I, Roider G, "Concentrazioni di argento in tessuti umani, correlazione con le otturazioni di amalgama ed altri fattori", J. Trace Elements in Medicine and Biology 9(2):82-87 (1995)
ABSTRACT (Institut fur Rechtsmedizin der Ludwig-Maximilians-Universitat Munchen, Germany)
Campioni di tessuti umani da 173 persone decedute sono stati analizzati per la presenza di argento (Ag) con GF-AAS (spettroscopia di Assorbimento Atomico con fornetto di grafite) ed i risultati sono stati confrontati con il numero di otturazioni di amalgama e con la concentrazione di mercurio (Hg) negli stessi tessuti che erano stati analizzati in un precedente studio. È stato trovato che le concentrazioni medie di Ag nel fegato e nel cervello di donne adulte sono approssimativamente il doppio di quelle negli uomini. Per escludere l'influenza di altri cofattori, quali l'età, etc., l'influenza delle amalgame dentali e la correlazione con Ag e Hg sono state valutate solo in un sotto-gruppo di 93 maschi, età:11-50 anni. In questo sotto-gruppo sono state trovate correlazioni statisticamente significative tra il numero di denti con otturazioni di amalgama e le concentrazioni di Ag nella corteccia cerebrale e nel fegato. Non è stata riscontrata tale correlazione per i reni. Le concentrazioni di Ag (mcg/kg di tessuto) degli individui con un numero di amalgami tra 0-2 e di quelli con più di 9 amalgame sono stati confrontati: rispettivamente 1.59 e 5.41 nella materia grigia del cervello, 1.42 e 4.25 nella materia grigia del cervello, 1.53 e 4.89 nel nucleo lentiforme, 1.95 e 5.02 nel cervelletto, 3.40 e 8.15 nel fegato e 0.42 e 0.44 nella corteccia renale. Questi risultati dimostrano che le otturazioni di amalgama rilasciano anche Ag. Considerando la diversa tossico-cinetica di Ag e Hg si può concludere che Ag è un affidabile "marker" e per confermare il fatto che le elevate concentrazioni di Hg inorganico trovato nei tessuti in individui con otturazioni di amalgama derivino principalmente da queste otturazioni e non da altre fonti possibili in teoria.
Drasch G, Aigner S, Roider G, Staiger F, Lipowsky G, "Mercurio nel colostro umano e nel primo latte del seno. La sua dipendenza dall’amalgama dentale e da altri fattori", J Trace Elem Med Biol, marzo 1998; 12(1):23-7
ABSTRACT (Institute of Forensic Medicine, Munich, Germany)
La concentrazione di mercurio in 70 campioni di latte del seno (Hg-M) di 46 madri, raccolto entro i primi sette giorni dopo il parto, fu determinata tramite spettrometria di assorbimento atomico di vapore freddo. Per confronto furono investigati, nove campioni di latte artificiale (ricostruito con acqua priva di Hg). L’Hg-M nei campioni di latte umano variava da <0.2 a 6.86 microgrammi/L (in media 0.37), dal campione di latte artificiale da 0.4 a 2.5 microgrammi/L (in media 0.76). L’Hg-M nel campione di latte del seno è correlato direttamente con il numero di denti materni con amalgama dentale. La media di Hg-M nelle madri prive di amalgame era <0.2 microgrammi/L, mentre il latte di madri con 1-4 otturazioni d’amalgama conteneva 0.57 microgrammi/L, nelle madri con 5-7 otturazioni conteneva 0.50 microgrammi/L e con più di 7 otturazioni, 2.11 microgrammi/L. L’Hg-M era negativamente correlato al giorno dopo il parto. La frequenza di consumo di pesce tende ad influenzare positivamente l’Hg-M, mentre l’età della madre non mostra nessuna correlazione significativa. Nei primi 2 o 3 giorni dopo il parto furono trovato alcuni campioni di colostro con Hg-M più alto di quello del latte di formula. Più tardi, la concentrazione di Hg nel latte del seno era uguale o anche più basso di quello nel latte artificiale. Il carico più alto di Hg dei tessuti dei neonati di madri con amalgame dentali, come riportato precedentemente, deve essere spiegato (1) da un trasferimento prenatale di Hg dalle otturazioni della madre attraverso la placenta fino al feto, seguito da una redi