letteratura amalgama 10


Talma, "Dentisten des Konigs der Belger in Brussel. Von den Gefajren der Anwendung des silber-amalgams, genannt Succedaneum minerale, zum Plombieren der Zahne", Der Zahnarzt 1846; 1:23-28

caso 1: 3 giorni dopo l'inserimento di amalgama dentale il paziente aveva un dolore alla testa e alla mandibola, intensa salivazione; i sintomi cessarono immediatamente dopo la rimozione del dente con amalgama.
caso 2: Otturazione d'oro ceduta da un dente e sostituita con amalgama d'argento; dopo qualche ora il paziente aveva un dolore che andava dal dente alla mandibola, febbre, intensa salivazione, gusto metallico, spasmi dei muscoli mascellari. I sintomi cessarono dopo la rimozione dell'amalgama”.




* Taskineen H, Riihimaki V, "Un possibile caso di tossicità da mercurio a seguito di lucidatura di vecchie otturazioni di amalgama", Scand. J. Work Environm Health 1989; 15: 302-304 (AC52)

ABSTRACT
Una paziente 60enne fu trattata da un dentista in 12 visite per un periodo totale di 2 mesi e mezzo. Per migliorare l'occlusione, circa 1 mm fu rimosso dalla superficie di tutte le 11 otturazioni dentali di amalgama, mentre altre 3 otturazioni furono sostituite con nuove. Una settimana dopo l'inizio del trattamento la paziente sviluppò sintomi di stomatite. Le sue labbra e membrane mucose della cavità orale bruciavano, la sua lingua si sentiva gonfia, e la salivazione era fortemente aumentata. Nella settimana successiva la sua gola divenne dolorante e non migliorò con il trattamento con penicillina. Ella sentiva un sapore strano, come di lardo rancido, nella bocca ed il senso di odorato si indebolì. Ebbe in seguito anche vertigini e mal di testa al mattino. Due mesi dopo l'inizio del trattamento ebbe acuti dolori al torace ed una febbricola (37.7°C) per 3 settimane. Le sue condizioni generali peggiorarono, non si sentiva bene e perse 9 kg in pochi mesi. Divenne anche ansiosa e depressa. Un anno dopo il trattamento l'esame neurologico mostrò che i suoi riflessi del tendine erano deboli. Dolore e sensibilità al tatto attenuata alle dita quarta e quinta e sul dorso della mano sinistra e nel terzo, quarto e quinto dito del piede. Anche la forza di presa (impugnatura) della mano sinistra era diminuita. Tre mesi dopo il trattamento dentale la paziente aveva ancora una concentrazione inspiegabilmente elevata di mercurio nelle urine. Il livello di mercurio urinario diminuì nel periodo di osservazione con un tempo di dimezzamento di circa 2 mesi. I primi effetti dell'esposizione a lungo termine a vapori di mercurio sono non specifici. Un complesso di sintomi comprendente affaticamento, debolezza generale, anoressia, diarrea e perdita di peso è chiamato sindrome astenica vegetativa, o "micromercurialismo". Quando la concentrazione di mercurio nelle urine raggiunge 50- 100 mcg/l si prevede che appaiono i primi sintomi soggettivi, alterazioni delle prestazioni nei test comportamentali e un aumento della frequenza di tremore spontaneo. Livelli superiori di mercurio causano alterazioni del comportamento e manifestazioni psicologiche quali irritabilità, disturbi della memoria, insonnia, eccessiva timidezza, depressione e, in casi estremi, persino delirio ed allucinazioni. Questa sindrome è chiamata eretismo mercuriale. Tipici sintomi neurologici della tossicità del mercurio sono tremori intenzionali delle mani e tic muscolari di palpebre e labbra. Livelli molto alti di concentrazioni di mercurio hanno causato "polmonite da tossine".
Nei test comportamentali la paziente mostrava deterioramento di alcune qualità della prestazione motoria somiglianti a alterazioni riscontrate tra lavoratori esposti al mercurio. I suoi sintomi sembravano più severi di quello che ci si potesse aspettare dai livelli urinari di mercurio misurati. Il trattamento dentale nel suo caso costituì una sequenza di ripetute esposizioni acute che possono aver esaltato gli effetti locali e la distribuzione del mercurio nel cervello. Sintomi multipli, non specifici, con minimi segnali obiettivi possono causare grande difficoltà in questo tipo di diagnosi e perciò una verifica obiettiva di esposizioni potenzialmente pericolose è un importante criterio.




Tibbling L, Thuomas K-Å, Lenkei R, Stejskal V, "Cambiamenti immunologici e cerebrali (MRI) in pazienti con sospetta intossicazione da metalli", Int J Occup Med Toxicol 1995; 4:285-294

ABSTRACT
Trentaquattro pazienti con la sindrome da stanchezza cronica (CNS) e altri sintomi sistemici che suggerivano una possibile intossicazione dall'amalgama dentale sono stati esaminati con la risonanza magnetica (MRI) del cervello (n=32) e con il Test di trasformazione dei linfociti con variante MELISA (Memory Lymphocyte Immuno Stimulation Assay, MELISA), (n=17). Il fenotipo dei linfociti è stato analizzato con il flusso di citometria in 22 dei pazienti. 120 persone della stessa età senza alcun sintomo di CNS sono stati presi come gruppo di controllo per lo studio del MRI. 77 soggetti in salute con restauri in amalgama sono stati presi per il test MELISA, e 75 soggetti in salute sono stati scelti per la determinazione del fenotipo dei linfociti. Tracce di patologia da MRI sono state trovate nel 81% dei pazienti, la maggior parte dei quali con sintomi di degenerazione nei gangli basali, ma nessuno nel gruppo di controllo. La determinazione del fenotipo dei linfociti era patologica nel 58% dei casi. Il test MELISA ha mostrato tracce di patologia nell'88% dei casi, dei quali il 60% aveva reazioni immunitarie al cloruro di mercurio. IL 62% dei pazienti aveva qualche forma di malattia atopica. Il 35% soffriva di ipotiroidite trattata con levaxin. Un alto tasso di malattie immunitarie e oggettivi segni di reazioni immunitarie con cambiamenti del MRI nel cervello suggeriva che il sistema immunitario potrebbe giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo delle lesioni.




Toomväli C, "Studi di emissione di vapori di mercurio da diverse otturazioni dentali di amalgama soggette a carico meccanico in aria, azoto e argon", LiU-IFM-Kemi-Ex 150, 1988

ABSTRACT (Department of Chemistry, Linköping University, Sweden)
È stato studiato il rilascio di vapori di mercurio da amalgame dentale. Lo scopo è stato di esaminare se ci fosse un fragile passivante strato di ossido nell'aria sulla superficie delle amalgame. Per determinare ciò, le amalgame sono state esposte ad un certo carico I vapori di mercurio rilasciati sono stati rilevati in diversi gas quale l'aria, l'argon e l'azoto. Diversi parametri quali tempo e temperatura sono stati variati. Un altro obiettivo è stato determinare se ci fossero delle differenze tra i 5 tipi di amalgame valutate. I risultati indicano che uno strato fragile, passivizzante è creato nell'aria e che l'ossigeno è assorbito sulla superficie. Lo studio mostra anche una differenza nel rilascio di mercurio tra diverse amalgame. Le amalgame non-gamma-2 con elevato contenuto di rame hanno un rilascio maggiore di vapori di mercurio rispetto a amalgame convenzionali.




** Trepka MJ, Henrich J, Krause C, Schulz C, Wjst M, Popescu M, Wichmann HE, "Fattori che influenzano l'accumulo corporeo di mercurio tra bambini della Germania orientale", Archives of Environmental Health; 52 (2) p134-138, marzo-aprile 1997 (BR36)

ABSTRACT (GSF-Forschungszentrum fur Umwelt und Gesundheit, Oberscheissheim, Germany)
Abbiamo confrontato concentrazioni di mercurio nel sangue e nelle urine in bambini che vivono nelle aree seriamente inquinate di Bitterfield e Hettstedt, centri industriali e minerari, e bambini del gruppo di controllo che vivevano in aree non inquinate. L'età dei bambini andava dai 5 ai 14 anni. I livelli di mercurio nel sangue e nelle urine non risultarono più elevati per i bambini nelle aree altamente inquinate rispetto ai bambini delle aree di controllo. Il contributo più significativo che influenzava i livelli di mercurio urinario fu il numero di otturazioni dentali di amalgama.




Tuthill JY, "Nevrosi mercuriale a seguito di otturazioni di amalgama", The Brooklyn Medical Journal, dic. 1898, v.12, n.12, p725-742 (AK22)

ABSTRACT
Mentre gli effetti velenosi del mercurio sono stati riconosciuti da molto, tanto che non ho bisogno di spendere del tempo nel presentarlo, con l'utilizzo dell'amalgama come otturazioni dentali c'è una possibilità di intossicazione mercuriale, che colpisce gravemente i centri nervosi, debilita la locomozione con pesantezza degli arti e rigidità dei legamenti, dà luogo a ostinate malattie della pelle, e rende la vittima una rovina mentale. Alcuni dei casi che ho incontrato nella mia pratica clinica saranno presentati. La visita non rivela niente che possa assistere il dottore nel fare la diagnosi del caso. C'è comunque depressione nervosa, irritabilità, irragionevolezza e inabilità a superare o rigettare sensazioni di oppressione che calano sul paziente e lo immobilizzano nella disperazione fino a quando ogni sua ambizione è perduta, ed egli scivola via per mancanza di potere nel concentrare le sue azioni e stabilire se stesso come una forza nel mondo. Ci sono dolori intermittenti, acuti, qui e là dalla testa ai piedi, che colpiscono a volte una parte e poi un altra, insensibilità delle mani, piedi o mandibola, pesantezza delle gambe, braccia, o testa, con una sensazione come se uno stesse per cadere o perdere conoscenza. C'è una eccitabilità mentale nonché depressione mentale; eventi imbarazzanti causano il più alto livello di eccitazione, conversazioni ordinarie a volte causano completa confusione, mal di testa, intensa apprensione e ansia irragionevole.




Utt HD, "Mercurio nel respiro", Journal of the Californian Dental Association, 12(2):41-45, 1984

ABSTRACT
Per mezzo di un analizzatore di vapori di mercurio Jerome sono stati analizzati in un campione a caso di 50 persone le concentrazioni di mercurio nell'aria respirata della bocca. I livelli di vapori di mercurio in portatori di amalgama prima della masticazione erano di 3 microgrammi per 1.0 m3 di aria. Dopo la masticazione di gomma per 5 minuti il mercurio salì ad una media di 150 microgrammi di mercurio per 1.0 m3 di aria, il massimo valore ottenuto fu di 400 mcg/m3. Questi valori post-masticazione si normalizzano solo dopo un plateau di almeno un'ora.




Vahter M, Akesson A, Lind B, Bjors U, Schutz A, Berglund M, "Studio longitudinale del metilmercurio e mercurio inorganico nel sangue e urine di donne incinte e durante l'allattamento, nonché nel sangue del cordone ombelicale", Environ Res, ott. 2000; 84(2):186-94

ABSTRACT (Institute of Environmental Medicine, Karolinska Institutet, Stockholm)
Abbiamo indagato l'esposizione a metilmercurio (MeHg) e vapori di mercurio (Hg0) in donne incinte ed i loro neonati a Stoccolma. Le donne sono state seguite per 15 mesi dopo il parto. Sono stati determinati MeHg, Hg inorganico (I-Hg), e Hg totale (T-Hg) nel sangue materno e ombelicale mediante spettrometria di fluorescenza atomica a freddo. È stato determinato T-Hg nelle urine mediante spettrometria di massa. Circa il 72% del mercurio nel sangue (n = 148) nella prima parte della gravidanza era MeHg (0.94 microg/L in media). MeHg nel sangue diminuiva durante la gravidanza, in parte a eseguito di una minore assunzione di pesce, secondo le raccomandazioni per le donne incinte. MeHg medio ombelicale (1.4 microg/L) era almeno il doppio del livello nel sangue materno nella seconda metà del periodo di gravidanza ed era probabilmente influenzato dall'esposizione materna a MeHg prima o durante il primo periodo di gravidanza. I-Hg medio nel sangue (0.37 microg/L) e nelle urine (1.6 microg/L) nella prima parte della gravidanza erano altamente correlati, ed entrambi erano associati con il numero di otturazioni di amalgama. Le concentrazioni diminuivano durante l'allattamento, probabilmente a seguito dell'escrezione di mercurio nel latte materno. Il I-Hg ombelicale era correlato con quello nel sangue materno.




* Vimy MJ, Lorscheider FL, "Mercurio intraorale rilasciato da amalgama dentale", J Dent Res 64 1985 1069-71 (EE1a)

ABSTRACT (Department of Medical Physiology, Faculty of Medicine, University of Calgary, Canada)
L'aria intraorale è stata analizzata per determinare la concentrazione di vapori di mercurio in 46 individui, 35 dei quali avevano otturazioni dentali di amalgama. Le misure sono state effettuate con un rilevatore di Hg Jerome sia prima che dopo 10 minuti di masticazione. Gli individui con amalgame dentali avevano livelli di vapori di mercurio non stimolati 9 volte maggiori dei livelli di base negli individui di controllo senza amalgame. La stimolazione della masticazione in individui con amalgama aumentava la loro concentrazione 6 volte rispetto ai valori non stimolati, cioè un totale di 54 volte superiore ai livelli osservati in individui di controllo. Le concentrazioni di Hg misurate nell'aria intraorale erano superiori a quelli nell'aria espirata. C'erano significative correlazioni tra vapori di Hg rilasciati nell'aria intra-orale dopo la masticazione e il numero e tipo di amalgame dentali. Se ne conclude che l'aria intra-orale è un valido indicatore fisiologico del Hg rilasciato dall'amalgama dentale che può rivelare una importante fonte di esposizione cronica a Hg.




* Vimy M, Lorscheider FL, "Misurazioni in serie di mercurio nell'aria intraorale: stima della dose giornaliera da amalgama dentale", Journal of Dental Research, agosto 1985, vol. 64, n.8, p. 1072-75 (EE1b)

ABSTRACT (Department of Medical Physiology, Faculty of Medicine, University of Calgary, Canada)
In 35 individui con otturazioni dentali di amalgama sono state effettuate misure in serie delle concentrazioni di Hg nell'aria intraorale durante e dopo la masticazione. Portatori di amalgama avevano valori di mercurio (Hg) nell'aria espirata di 4.9 mcg/m3 mentre nel gruppo di controllo di non portatori d'amalgama il valore medio era di 0.54 mcg/m3. Dopo un periodo di 10 minuti di masticazione la contaminazione da Hg aumentava nei portatori d'amalgama a 29.1 mcg/m3 ed era quindi 54 volte superiore al valore di partenza riscontrato nei non portatori di amalgama; questi ultimi non subivano alcuna alterazione significativa dei livelli di Hg in seguito alla masticazione. Le concentrazioni di Hg rimanevano elevate durante 30 minuti di continua masticazione e decrescevano lentamente in un periodo di 90 minuti da quando si era smesso di masticare. In persone con più di 12 otturazioni, in seguito ad un fase di 30 minuti di masticazione, il contenuto di Hg nell'aria intraorale era salito fino a 45 mcg/m3. Dopo un'ora dalla fine della masticazione, il contenuto di Hg era ancora di 19.5 mcg/m3. Fu stimato che individui con 12 o più otturazioni di amalgama ricevessero una dose di Hg giornaliero di 29 microgrammi, mentre in individui con 4 o meno otturazioni di amalgama, la dose era di 8 microgrammi. Queste dosi di Hg da amalgama dentale erano fino a 18 volte il limite giornaliero tollerabile stabilito da alcune nazioni per esposizioni ambientale totale di mercurio.




Vimy MJ, Luft AJ, Lorscheider FL, "Valutazione del carico corporeo di mercurio da amalgama dentale: simulazione al computer di un modello metabolico a scomparti", J Dent Res, dic. 1986; 65(12):1415-9

ABSTRACT (Department of Medical Physiology, Faculty of Medicine, University of Calgary, Canada)
Dalla stima della velocità di rilascio di vapori di mercurio da amalgama dentale abbiamo potuto valutare il potenziale carico corporeo di Hg usando un modello a 4 scomparti per la distribuzione di mercurio inorganico. Un programma informatico, compatibile con la maggior parte dei personal computer, ha simulato la distribuzione cumulativa e incrementale in ogni scomparto e l'accumulo totale nel corpo a partire da 1 giorno fino a 10.000 giorni per diverse dosaggi giornalieri di Hg. Per una data dose di Hg di 30 microgrammi/ giorno, gli scomparti metabolici R1-R3 erano vicini all'equilibrio ai giorni 5, 100 e 300, mentre al giorno 10.000 R4 uguagliava quasi il totale carico corporeo e non aveva ancora raggiunto l'equilibrio. I valori proiettati ottenuti con il modello al computer erano consistenti con i risultati ottenuti con un altro metodo usando standard equazioni dei tessuti, che usavano i tempi di dimezzamento nei tessuti determinate sperimentalmente per il sangue e i tessuti nervosi. Il modello prediceva l'esposizione continua ai vapori di Hg elementare, a dosi di 30 microgrammi/ giorno per 10 anni, risulterebbero in una carico totale di Hg nel corpo di 5.9 mg, dei quali 4.8 mg potrebbero essere contenuti in R4. Assumendo che Hg in R4 mostrasse una distribuzione uniforme in tutto il corpo, allora la concentrazione nel cervello sarebbe di 68 ng/g. Invece, se Hg in R4 riflettesse una situazione di accumulo preferenziale al ungo termine nel cervello e in altri tessuti neurali, allora potrebbero essere raggiunte concentrazioni fino a 4.0 microgrammi/ g. Comunque le predizioni di concentrazioni di Hg nel sangue e nelle urine erano ben entro i valori determinati sperimentalmente, ed erano improbabili essere di una qualche utilità nel valutare gli effetti di esposizioni croniche a basse dosi di Hg.




* Vimy MJ, Takahashi Y, Lorscheider FL, "Distribuzione madre-feto del mercurio (203Hg) rilasciato da otturazioni dentali di amalgama", Am J Physiol 258:R939-R945 (1990) (AC43)

ABSTRACT (Department of Medical Physiology, Faculty of Medicine, University of Calgary, Canada)
Negli esseri umani il continuo rilascio di vapori di Hg da otturazioni dentali di amalgama è notevolmente aumentato dopo la masticazione. Questo studio evidenzia una distribuzione dipendente dal tempo per Hg da amalgama nei tessuti corporei di pecore adulte e i loro feti. A 5 pecore gravide furono inserite nei denti 12 otturazioni dentali di amalgama contenenti (203) Hg radioattivo. Campioni di sangue, fluido amniotico, feci, e urine sono stati raccolte ad intervalli di 1- 3-giorni per 16 giorni. Dai giorni 16 fino a 140 dopo l'inserimento di amalgama (16-41 giorni per i feti), i campioni di tessuti erano analizzati per radioattività e venivano calcolate concentrazioni totali di mercurio. I risultati dimostrano che Hg da amalgama dentale apparirà nel sangue materno e fetale e nel fluido amniotico entro 2 giorni dopo l'inserimento di otturazioni dentali di amalgama. L'escrezione di parte di questo mercurio inizierà anche entro 2 giorni. Tutti i tessuti esaminati mostravano accumuli di Hg. Le concentrazioni più alte di Hg da amalgama nell'adulto avvenivano nei reni e fegato, mentre nel feto le concentrazioni di Hg da amalgama apparivano nel fegato e nella ghiandola pituitaria. La placenta progressivamente concentrava Hg con l'avanzare della gravidanza, e la concentrazione di Hg da amalgama nel latte materno fornisce una potenziale fonte di esposizione a Hg del neonato. Conclusioni: l'accumulo di Hg da amalgama nei tessuti materni e fetali ha una progressione costante con l'avanzare della gravidanza. L'uso di amalgama dentale per otturazioni dentali in donne incinte e bambini dovrebbe essere riconsiderato.


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COMMENTO: La pubblicazione di questo noto studio delle Isole Faroe dovrebbe avere un impatto drammatico sulla valutazione dell'esposizione al mercurio dei nascituri. Ovviamente, l'effetto avverso non è rilevabile o manifesto alla nascita, ma viene dimostrato un impatto drammatico sulla qualità della vita degli individui colpiti. Dovremmo tenere a mente che il metilmercurio ed i vapori di mercurio sono le due forme di mercurio che facilmente penetrano le membrane cellulari e si accumulano nei tessuti dei nascituri. Il metilmercurio è derivato principalmente dal consumo di pesce e cibo di mare, mentre il principale contributo dell'esposizione dell'uomo a vapori di mercurio viene dalle otturazioni dentali di amalgama.

 

 

Newland MC; Warfinge K, Berlin M, "Conseguenze comportamentali dell'esposizione in-utero a vapori di mercurio", Toxicol Appl Pharmacol, 139(2):374-386, agosto 1996

 

ABSTRACT

L'esposizione in-utero a vapori di mercurio porta all'accumulo di mercurio nel cerebrum, ippocampo ed altre zone del sistema nervoso adibite alla funzione motoria e di apprendimento, ma poco è noto circa le conseguenze funzionali dell'esposizione prenatale. La prole di scimmie gravide esposte a 0.5 o 1.0 mg/m3 di vapori di mercurio durante gli ultimi 2/3 o più di gestazione sono stati studiati. Scimmie non esposte nate circa allo stesso tempo sono servite come gruppi di controllo. L'esposizione di una scimmia iniziò durante la terza settimana di gestazione (prima delle altre) e il comportamento di questa scimmia era così stravagante che non è stato possibile effettuare alcune prove. Effetti a lungo termine dell'esposizione prenatale includevano instabilità nel test della leva, diminuzione delle prestazioni in prestazioni continue, nonché anomalie durante gli esercizi. Le dosi considerate sono simili a quelle riportate in condizioni di esposizione professionale quando non sono rispettate strettamente le norme di igiene.

 

 

Roeleveld N, Zielhuis GA, Gacreels F, "Bambini con ritardo mentale e professione dei genitori", Br J. Ind Med., 50(10): 945-954, ott. 1993

 

ABSTRACT

Sono stati intervistati i genitori di 306 bambini ritardati mentali e di 322 bambini del gruppo di controllo circa le loro attività professionali nel periodo di gravidanza. I dettagli della loro storia professionale sono stati registrati e confrontati con l'esposizione generata da due diverse matrici di esposizione professionale. Il risultato di tali interviste è stato che le percentuali d'incidenza relativa (PIR) significativamente elevate sono state trovate per l'esposizione delle madri durante la gravidanza a radiazioni (PIR=9.3), mercurio (PIR=8.7), solventi organici (PIR=1.7), cosmetici e colori per capelli (PIR=3.7), pitture (PIR=2.7), esaclorofene/ fenilfenolo (PIR=3.1), antibiotici (PIR=2.9) ed esposizione a macchine fotocopiatrici (PIR=3.0).

 

 

Sodestrom S, Fredriksson A, Dencker L, Ebendal T, "L'effetto di vapore di mercurio sui neuroni colinergici nel cervello fetale: studi sul fattore di crescita nervoso ed i suoi ricettori", Brain Res Dev Brain Res., 85(1):96-108, marzo 1995

 

ABSTRACT

Gli effetti dei vapori di mercurio sulla produzione del fattore di crescita nervoso (FCN) durante lo sviluppo sono stati esaminati. Topi in gravidanza sono stati esposti a due diverse concentr4azioni di vapori di mercurio durante o i giorni embrionici 6-11 o 13-18. La concentrazione post-natale nel cervello andava da 1 ng/g di tessuto (gruppo dei giorni 6-11) a 11 ng/g (13-18). La concentrazione del FCN nel cervello basale frontale è risultata al 21esimo giorno essere diminuita del 50% rispetto a quella dei gruppo di controllo. Questi risultati suggeriscono che esposizione prenatale a bassi livelli di vapori di mercurio può alterare i livelli di FCN ed i suoi ricettori, indicazione questa di danno neuronale e disturbata regolazione trofica durante lo sviluppo.

 

 

Grandjean P, Weihe P, White RF, Debes F, Araki S, Yokoyama I, Murata K, Sorensen N, Dahl R, Jorgensen PJ, "Difetti di apprendimento in bambini di 7 anni con esposizione prenatale al metilmercurio", Neurotoxicol Teratol, 19(6):417-428, 1997

 

ABSTRACT

917 bambini, intorno all'età di 7 anni, (le cui madri avevano mangiato pesce contaminato da mercurio durante la gravidanza) sono stati sottoposti ad approfondita analisi comportamentale. I test neuropsicologici includevano: agilità in esercizi delle dita; coordinazione mano-occhio; tempo di reazione in un test di prestazione continua; test di intelligenza di Wechsler, analogie, capacità visiva di riarrangiare blocchi; test visuale-motorio di Gestalt; test dei nomi di Boston; test di apprendimento verbale californiano. L'esame clinico e neuropsicologico non ha rivelato alcuna evidente anomalia determinata dal mercurio. Sono risultate più marcate, però, disfunzioni neuropsicologiche relazionabili al mercurio nel campo del linguaggio, concentrazione e memoria, ed in misura minore nelle funzioni visivo- spaziali e motorie. Anche dopo aver escluso dall'analisi le madri con un livello di mercurio nei capelli superiore a 10 microgrammi, questo risultato veniva confermato. Gli effetti sulle funzioni del cervello associate con esposizione prenatale a metilmercurio perciò appaiono notevoli, e le prime disfunzioni sono rilevabili a livelli di esposizione attualmente considerati essere accettabili per la salute.

 

 

 

 

 

 

 

** Vimy MJ, Hooper DE, King WW, Lorscheider FL, "Il mercurio dalle otturazioni dentali materne in pecore e latte materno umano. Una fonte di esposizione neonatale", Biol Trace Elem Res, feb 1997; 56(2):143-52 (BR54)

 

ABSTRACT (Department of Medicine, Faculty of Medicine, University of Calgary, Alberta, Canada)

L'assimilazione neonatale di mercurio (Hg) dal latte è stata esaminata in un modello di pecore incinte, sulle quali furono inserite otturazioni dentali di amalgama con mercurio marcato radioattivamente (Hg203). In uno studio parallelo, è stata anche esaminata la correlazione tra storia dentale e concentrazioni di Hg nel latte materno in 33 donne incinte. I risultati dagli studi animali mostrano che, durante la gravidanza, un primario sito fetale di accumulo di Hg da amalgama è il fegato e, dopo il parto, i reni dell'agnello, che riceve ulteriore Hg da amalgama dal latte materno. In donne durante l'allattamento l'escrezione di Hg nel latte materno e urine si correlava con il numero delle otturazioni dentali e i livelli di vapori di mercurio nell'aria intraorale. Se ne conclude che Hg viene trasferito al feto dalle otturazioni dentali materne attraverso la placenta, o attraverso la ghiandola mammaria nel latte ingerito dal neonato, ed infine nei suoi tessuti corporei. Vengono confrontati tali livelli con il livello minimo di rischio stabilito negli USA per esposizione adulta al mercurio. Questi risultati suggeriscono che l'inserimento o la rimozione delle otturazioni dentali di amalgama donne incinte o durante l'allattamento sottoporrà il feto e il neonato a rischi evitabili di esposizione al mercurio.

 

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