letteratura amalgama 11
Watt, "La questione amalgama di nuovo", Ohio State Journal of Dental Science 1882; 2:51-4
“caso 1: Uomo con 9 denti otturati con amalgama; tremore mercuriale, intenso ptialismo, ghiandole salivarie e lingua gonfie; fetore mercuriale, male alle ossa; miglioramento della salute con la rimozione graduale dell'amalgama.
caso 2: Ragazza di 18 anni; 17 otturazioni di amalgama; paralisi agitans e ptialismo per 3 anni, guarì rapidamente una volta che le otturazioni di amalgama furono rimosse”.
Weiner J, Nylander, "Correlazione tra concentrazioni di mercurio negli organi umani e alcune variabili predittive", The Science of the Total Environment, 138(1-3) pp101-115, sett. 1993
ABSTRACT (National Board of Occupational Safety and Health, Solna, Sweden)
Campioni da diversi tessuti sono stati raccolti da autopsie di individui della comune popolazione dell'area di Stoccolma, in Svezia. I campioni sono stati analizzati relativamente al loro contenuto di mercurio totale usando la tecnica di attivazione neutronica radiochimica. Le concentrazioni medie di mercurio nella corteccia occipitale, muscoli addominali, ghiandola pituaria e corteccia renale sono risultate rispettivamente: 10.6 (2.4 - 28.7), 3.3 (0.9 - 5.4), 25.0 (6.3 - 77) e 229 (21.1 - 810) mcg/kg peso secco. I risultati hanno evidenziato un effetto del numero di otturazioni dentali di amalgama sulle concentrazioni di mercurio nella corteccia del lobo occipitale, muscoli addominali e ghiandola pituaria, ma non nella corteccia renale. Nella corteccia del lobo occipitale e nei muscoli addominali le concentrazioni di mercurio aumentavano con l'età. Nella corteccia renale le concentrazioni di mercurio diminuivano con l'età. Non è chiara la spiegazione di questo, ma potrebbe indicare una capacità di escrezione urinaria che si riduce con l'età. Abuso cronico di alcool fu associato con minori concentrazioni di mercurio nella corteccia occipitale.
* Weiner JA, "Una stima dell'assimilazione di mercurio da otturazioni di amalgama basata sull'escrezione urinaria di mercurio in individui svedesi", Sci Total Environ, giugno 1995, 168 (3):255-65 (BK18)
ABSTRACT (National Board of Occupational Safety and Health, Solna, Sweden)
Il mercurio è rilasciato da otturazioni di amalgama in diverse forme, cioè vapori elementari, ioni e in particelle sottili. Nonostante molte indagini c'è ancora una notevole incertezza riguardo l'assorbimento di tale mercurio. Le stime più recenti hanno valutato l'assorbimento polmonare di vapori di mercurio basandosi su misurazioni delle concentrazioni intraorali o nell'aria espirata. La possibilità di valutare l'assorbimento basandosi sui livelli di mercurio in un mezzo biologico che funzioni da indice ha ricevuto relativamente poca attenzione. Scopo di questo lavoro è di valutare l'assorbimento di mercurio da amalgama dentale basandosi sulle concentrazioni urinarie di mercurio. Abbiamo ricavato una stima media dell'assorbimento di mercurio da otturazioni di amalgama in individui svedesi, che è di 4-19 microgrammi/ giorno. Questo intervallo è stato ottenuto dopo una dettagliata stima delle incertezze nei dati usati e in base alle diverse assunzioni fatte.
* Weiner JA, Nylander M, "Aspetti dei rischi per la salute da parte del mercurio delle amalgame dentali", "Toxicology of metals", Lewis Publishers, 1994 (LO9)
SOMMARIO
Il mercurio è continuamente rilasciato dalle otturazioni dentali di amalgama. Oltre a questo continuo rilascio ci può essere una larga esposizione addizionale a seguito di trattamenti dentali che coinvolgano trapanatura di vecchie otturazioni di amalgama. Hg rilasciato da otturazioni di amalgama è assimilato nella forma di vapori nei polmoni e molto probabilmente anche nel tratto gastrointestinale. È distribuito a vari tessuti, tra cui il cervello e i reni. La distribuzione precisa ai diversi possibili tessuti target non è ancora ben nota però. C'è un gran numero di persone che sostengono di avere avuto problemi alla salute a causa delle loro otturazioni di amalgama. Purtroppo c'è stato un impegno limitato nel valutare tali casi a fondo. In assenza di studi approfonditi sui casi clinici, non si può certo affermare che il problema non sussista. Il confronto dei dati sul rilascio e assorbimento di Hg da otturazioni di amalgama con i dati disponibili da studi su animali ed esseri umani sulla tossicità di mercurio inorganico indica che il livello di esposizione a Hg da otturazioni di amalgama dovrebbe essere considerato seriamente. Una particolare attenzione dovrebbe essere data ai potenziali rischi di effetti sul feto. C'è poco dubbio sul fatto che siano più che motivate le raccomandazioni lanciate nel 1987 perché le donne incinte evitino trattamenti dentali che coinvolgano amalgama. Ne segue che la pratica dell'uso di amalgama come materiali per otturazioni dentali non può essere difesa sulla base della nozione che siano innocue, perché non c'è base per una tale affermazione, ma potrebbe eventualmente essere dibattuto, come succede per molti farmaci, che i benefici sono superiori agli svantaggi. Comunque, dati attualmente disponibili potrebbero non essere sufficienti per trarre delle conclusioni. Secondo noi, i pericoli potenziali delle otturazioni di mercurio siano stati grossolanamente trascurati. Un esempio di ciò è l'uso di amalgama di rame nell'odontoiatria pediatrica. Questo materiale odontoiatrico deve essere considerato un rischio per la salute a causa del rilascio di metalli tossici superiore alle altre amalgame. Invece questo rilascio (invece di essere considerato un potenziale pericolo) era in passato considerato un vantaggio dal punto di vista del trattamento odontologico, poiché inibiva la crescita batterica e c'era quindi un rischio ridotto di carie secondarie. È sconcertante che un'ampia parte della popolazione nelle nazioni sviluppate sia esposta a sostanze tossiche da una categoria di prodotti che non sono stati per niente valutati dal punto di vista tossicologico. Sembra che lo stato legale per molti materiali usati in odontoiatria non richieda neanche una documentazione minima del contenuto e qualità dei componenti del prodotto usato. La differenza con i requisiti imposti sui farmaci è molto più che sorprendente; eppure molti materiali restorativi dentali hanno una diffusione nell'uso molto maggiore dei più comunemente usati farmaci.
Wesselhoeft WP, "Qualche suggerimento sulle otturazioni dentali di mercurio", Proceedings of the International Hannemannian Association 1896; 16: 200-9
“caso 1: Uomo di 24 anni; dispepsia cronica, tonsillite follicolare; otturazioni di amalgama rimosse in 3 settimane; guarigione completa e senza ricadute.
caso 2: Donna di 27 anni; 4 denti molari otturati con amalgama; sensazione di corpo estraneo nella laringe. Grave raucedine. Amalgame sostituite con oro, fu di nuovo in grado di cantare, raucedine completamente scomparsa.
caso 3: Donna con intensa vertigine, nausea e scampanellio auricolare. Costante ottusità di udito. Ptosi bilaterale. Miglioramento notevole a seguito della rimozione delle amalgame.
caso 4: Donna con intensi mal di testa, ulcera ed un tumore che scomparvero 2 mesi dopo la rimozione delle otturazioni di amalgama. Le mestruazioni tornarono dopo 1 mese dalla rimozione.
caso 5: Donna con attacchi di faringite, tendenza a formazione di ulcere; a seguito della rimozione delle otturazioni di amalgama gli attacchi cessarono.
caso 6: Donna con mal di testa; poteva camminare solo con una stampella per un dolore nella caviglia senza gonfiore; mal di testa e dolore alla caviglia scomparvero 6 settimane dopo la rimozione di amalgama dentale”.
White JD, "L'amalgama", Dental Cosmos 1863; 4: 3122-3123
“Mal di gola costante ed ulcerazioni; il paziente rimosse tutte le amalgame e le sostituì con oro; completamente guarito e senza ricadute”.
* Willershausen-Zonnchen B, Simmermann M, Defregger A, Schramel P, Hamm G, "Il mercurio nella mucosa orale di pazienti con otturazioni di amalgama", Dtsch Med Wochenscher, 117 (46):1743-7, 13 nov. 1992 (AP34)
ABSTRACT (Poliklinik fur Zahnerhaltung und Parodontologie, Universitat Munchen)
Le concentrazioni di mercurio sono state misurate in campioni di mucosa orale presi durante chirurgia orale da 90 pazienti (53 uomini, 37 donne, età media 42 anni; 30 dei pazienti non avevano otturazioni di amalgama). Tredici pazienti con nessuna otturazione di alcun metallo avevano concentrazioni di mercurio di 118 ng / g di tessuto, e 17 pazienti con otturazioni di metalli preziosi che non fossero di amalgama avevano una concentrazione media di mercurio di 144 ng / g di tessuto. 17 pazienti con 1-3 otturazioni di amalgama avevano in media 1975 ng / g di tessuto e 26 pazienti con 3-6 otturazioni di amalgama avevano concentrazioni media di 1158 ng / g di tessuto. 17 pazienti con più di sei otturazioni di amalgama avevano concentrazioni medie di mercurio di 2302 ng / g di tessuto. Nonostante tali notevoli accumuli di mercurio nei tessuti orali, non c'era nessuna manifestazione clinica che facesse risalire a tale problema.
** Zamm AV, "Il mercurio dentale: un fattore che aggrava ed induce l'intolleranza chimica", J Orthomol Med 6 1991 67-77 (AC46b)
ABSTRACT
Individui che sono ipersensibili xenobioticamente a sostanze chimiche fanno parte di un sistema vivente "indicatore" che ci dà l'opportunità di identificare individui ipersensibili al mercurio. C'è uno spettro di intolleranze xenobiotiche nella popolazione generale che è una funzione, tra le altre cose, dello spettro di efficenza del sistema citocromo P-450, che esiste nella popolazione a seguito di uno spettro di polimorfismo genetico. Il mercurio dentale disattiva i gruppi tio, la cui funzione è la protezione del sistema citocromo P-450. Questa disattivazione e la conseguente perdita di protezione induce intolleranza xenobiotica in individui che sono già compromessi a causa di polimorfismo genetico e che sono più suscettibili da questo punto di vista. Questi individui compromessi esibiranno una varietà di sintomi eterogenei diagnosticamente difficili da interpretare. Il seguente è un piccolo campione di sintomi comuni che l'autore ha osservato che miglioravano quando le otturazioni dentali di mercurio venivano rimosse: affaticamento, mal di testa, disfunzioni del sistema nervoso centrale, sensazione di freddo ingiustificata, intolleranza allo zucchero, disturbi gastrointestinali, mialgia, artralgia, rinite, dermatite, asma e disfunzioni genitourinarie. Questi sintomi di intolleranza chimica spesso si sviluppano dopo che il mercurio dentale è stato inserito e scompaiono gradualmente dopo la rimozione delle otturazioni. Il periodo di tempo tra l'inserimento di amalgama e la comparsa dei sintomi e quello tra la rimozione e la remissione dei sintomi varia da individuo a individuo a seguito di polimorfismo genetico.
* Zamm AV, "Terapia per la Candida Albicans: quando si può mettere la parola fine? Rimozione del mercurio dentale: un efficace elemento", J Orthomol Med 1 1986 260 (EE53)
ABSTRACT
La rimozione di otturazioni dentali di amalgama può dare grande sollievo a pazienti che soffrono di sindrome di sensibilizzazione a lievito apportando loro una migliore tolleranza a sostanze inalate, ingerite e accumuli tossici endogeni. Inoltre, la terapia con nistatina ed altre medicazioni anticandida possono essere ridotte e persino eliminate, in alcuni casi, a seguito della rimozione del mercurio dentale.
* Zamm AF, "La rimozione del mercurio dentale: spesso un efficace trattamento per il paziente ipersensibile", J Orthomolecular Med 5(53):138-142 (1990) (AC46)
ABSTRACT
Questo studio comprende 22 pazienti che avevano sensibilità multiple gravi, in quanto erano estremamente intolleranti a particelle e vapori inalati, cibi e sostanze chimiche ingerite, e lievito endogeno quale proliferazione di Candida albicans. La rimozione delle otturazioni dentali di amalgama risultò essere il metodo singolo più efficace per migliorare la salute di questi pazienti dopo che altri metodi erano stati avviati, cioè escludere cibo cui c'era intolleranza, migliorare la qualità del cibo, terapia di iposensibilizzazione.
* Zamm AV, "Tossicità da mercurio non riconosciuta (letter, comment)", Ann Allergy 66 1991 354; Comment on: Katsunuma T et al "Exercise- induced anaphylaxis: improvement after removal of amalgam in dental caries", Ann Allergy 64 1990 472-5 (BC35)
“Quando le allergie sono il risultato di due carichi fisiologici per ottenere la guarigione bisogna rimuovere uno di questi due allergeni, in particolare quello innescante endogeno. È la mia esperienza clinica che la rimozione di amalgama dentale è la misura terapeutica singola nel trattare pazienti con croniche condizioni allergiche recalcitranti che non avevano ottenuto altrimenti risultati con una varietà di altri metodi. Indizi di casi di intossicazione da mercurio in questo studio includono la comparsa dei sintomi dopo l‘inserimento di amalgama dentale nei denti dei bambini seguita da un miglioramento dopo la rimozione dell’amalgama. In alcuni casi per avere miglioramenti marcati ci possono volere mesi o più, a secondo del carico totale di mercurio al quale il paziente è stato soggetto. Questa è una funzione del numero di otturazioni, la loro estensione totale, la duirata di tempo che sono stati nei denti e la presenza di due o più metalli in presenza di acidità nel cavo orale, cosa che produce un effetto batteria”.
Zander, D; Ewers U, Freier I, Brockhaus A, "Studi sulla esposizione umana al mercurio. 3: mobilizzazione con DMPS di mercurio in individui con e senza otturazioni di amalgama", Zentrablatt Fur Hygiene und Umweltmedizin, 192:5, feb 1992, p447-54
ABSTRACT (Medizinischen Institut fur Umwelthygiene, Heinrich-Heine-Universitat Dusseldorf)
È stata determinata l'escrezione urinaria di mercurio (nelle 24 ore) in 29 individui prima e dopo la somministrazione di DMPS (2.3-dimercapto-1-propane sulfonic acid, 300 mg per os). Un aumento di 6-7 volte di escrezione di mercurio è stato notato dopo la somministrazione di DMPS. Individui con otturazioni di amalgama espellevano significativamente più mercurio sia prima che dopo la somministrazione di DMPS rispetto ad individui senza otturazioni di amalgama. L'escrezione urinaria di mercurio si correlava significativamente al numero di otturazioni di amalgama. Circa il 50% del mercurio urinario può essere spiegato dall'entità delle otturazioni di amalgama. I risultati mostrano che, per i portatori di amalgama, il rilascio di mercurio da otturazioni di amalgama rappresentano la principale fonte di esposizione al mercurio.
* Ziff MF, "Effetti secondari documentati dell'amalgama dentale", Adv Dent Res, sett. 1992, v.6, 131-4 (AX2)
ABSTRACT
Poiché tutti i materiali per otturazioni dentali sono sostanze estranee, il loro potenziale nel produrre effetti avversi per la salute è determinato dalla loro relativa tossicità e biodisponibilità, nonché dalla suscettibilità individuale. Effetti avversi per la salute alle otturazioni dentali possono essere locali nel cavo orale o sistemici, a secondo della capacità dei componenti rilasciati di entrare nell'organismo e, in questo caso, della loro percentuale di assorbimento. La comunità medico- scientifica concorda ora sul fatto che pazienti con otturazioni dentali di amalgama sono esposti cronicamente al mercurio, che l'assorbimento medio giornaliero di mercurio da otturazione di amalgama è tra i 3 e i 17 microgrammi al giorno, e che l'assorbimento di mercurio da amalgama è in media 1.25- 6.5 volte quella da fonti alimentari (Organizzazione mondiale della Sanità, 1991). Le implicazioni per la salute di questa esposizione cronica al mercurio sta ora venendo indagata da numerosi gruppi di ricercatori medici.
Studi su casi umani- Il rilascio di vapori di mercurio dalle otturazioni in amalgama è noto da molto tempo (Stock, 1939). Il successivo maggior contributo in questo campo è stato dato da Frykholm (1957). Usando un segnalatore radioattivo di mercurio, ha mostrato che l’inserimento di amalgama sia negli umani che nei cani causava significative concentrazioni di mercurio nelle urine e nelle feci. Negli esseri umani le concentrazioni di mercurio nelle urine cresceva durante un periodo di 5 giorni dopo l’inserimento di 4-5 piccole otturazioni. Un nuovo picco più alto si notava un paio di giorni dopo la rimozione delle stesse. L’eliminazione di mercurio nelle feci mostrava un andamento simile, con un picco il secondo giorno dall’inserimento dell’amalgama. Un altro picco massimo compariva 1-2 giorni dopo la rimozione delle stesse. Frykholm (1957) ha misurato anche la concentrazione di mercurio nella cavità orale durante l’inserimento di amalgama nel dente. Recentemente, preoccupazioni riguardo l’uso di amalgama sono state rinnovate dalla pubblicazione di un numero di studi sperimentali che mostrano come, tra gli altri elementi, il mercurio inorganico è rilasciato dall’amalgama in vitro (Brune 1981, Brune & Evje 1985). Ancora più significativo è che i vapori di mercurio rilasciati nella bocca dal vivo portano ad un crescente assorbimento di mercurio nei tessuti del corpo (Gay 1979, Svare 1981, Abraham 1984, Ott 1984, Patterson 1985, Vimy & Lorscheider 1985a,b, Vimy 1986, Langworth 1988, Nylander 1987, 1989, Berglund 1988, Aronsson 1989). Vimy e Lorscheider (1985b) hanno dimostrato che la quantità di rilascio di vapori di mercurio cresceva drammaticamente quando l’amalgama è stimolata dalla masticazione del chewingum, raggiungendo un plateau entro 10 minuti. Dopo aver finito la masticazione, ci vogliono approssimativamente 90 minuti prima che ci sia l’abbassamento del rilascio di mercurio al valore di base precedente la masticazione del chewingum (Fig.1). Uno studio di conferma è stato recentemente pubblicato da Aronsson (1989) che ha fatto delle stime giornaliere.
Revisioni critiche sono state fatte sul rilascio di mercurio e sull’esposizione all’amalgama (Enwonwu 1987, Friberg & Nylander 1987, Langan 1987, Mackert 1987, Olsson Bergman 1987, Clarkson 1988a). Diversi studi hanno messo in correlazione il numero delle otturazioni in amalgama o delle superficie in amalgama con il contenuto di mercurio nel cervello e nei tessuti dei reni secondo autopsia. Individui senza amalgame dentali avevano un livello medio di mercurio di 6.7 ng/ g nella corteccia occipitale; mentre individui con amalgama avevano un livello medio di mercurio di 12.3 ng/g (Friberg & Nylander 1987; Nylander 1987). Gli individui senza amalgama avevano una media di livello di mercurio nei tessuti dei reni di 49 ng/g, mentre individui con otturazioni in amalgama avevano un livello corrispondente di 433 ng/g. In una simile indagine, Eggleston & Nylanber (1987) mostravano livelli di mercurio di 6.7 ng/g e 3.8 ng/g per sezione grigia e bianca di cervello, relativamente ad individui senza otturazioni amalgama. In individui con otturazioni amalgama, i livelli di mercurio erano di 15.2 ng/g nella sezione grigia e 11.2 ng/g nella sezione bianca del cervello. In un recente ampio studio, Schiele (1988) mostrò che le concentrazioni medie del cervello occipitale di mercurio erano di 10 ng/g in 44 soggetti con una media di 14 superficie di amalgama ciascuno. I reni degli stessi individui mostravano una differenza delle concentrazioni di mercurio relativamente al sesso, con valori medi di 484 ng/g per le 16 femmine e di 263 per i 28 maschi.
Usando i dati sperimentali pubblicati (Svare 1981, Abraham 1984, Patterson 1985, Vimy & Lorscheider 1985b), da Clarkson (1988). Ha stimato il rilascio medio quotidiano di mercurio da amalgama, l’assorbimento nell’organismo e il contenuto in sangue, urine, cervello, e reni. Queste stime davano risultati nel cervello, reni e urine simili a quelli riportati dagli studi su umani (esempi di autopsie dei reni: Friberg 1986, Nylander 1987, Schiele 1988, urine: Nilsson & Nilsson 1986b, Olstad 1987, Langworth 1987). Stime di dosaggi quotidiani di mercurio attribuiti all’amalgama sono stati riportati anche da Mackert (1987) e Olsson & Bergman (1987), nonostante sono in qualche modo minori di quelli riportati da Clarkson et al. (1988).
Snapp (1989) ha studiato i livelli di mercurio nel sangue prima la rimozione delle otturazioni dentali e 18 settimane dopo. Dopo le rimozioni, nove individui esaminati su dieci mostravano una diminuzione media statisticamente significativo di 1.13 ng di mercurio/ml nel sangue. Recentemente Molin (1990) ha studiato le concentrazioni di mercurio nel plasma umano, negli eritrociti e nelle urine prima le rimozioni e sostituzioni con otturazioni di leghe auree e 12 mesi dopo. Tutte le osservazioni cliniche hanno evidenziato un incremento iniziale dei livelli di mercurio dopo le rimozioni di mercurio. Circa tre mesi dopo, i livelli di mercurio nel plasma e negli eritrociti decrebbero significativamente. In un periodo di 9 mesi dopo la rimozione, si è verificata una continua riduzione nei livelli di mercurio, raggiungendo un valore del 25% circa rispetto ai livelli precedenti.
È importante notare che negli studi citati, sia le quantità previste di assunzione di mercurio da amalgama e l’osservato accumulo di mercurio nel corpo sono valori medi. È anche chiaro dai rapporti originali che esistono variazioni individuali.
Esperimenti su animali- Frykholm (1957), usando il mercurio radioattivo nell’amalgama, ha studiato il rilascio e l’assorbimento di mercurio in cani e scimmie. Ha concluso che l’esposizione a mercurio dall’amalgama era essenzialmente limitato alle procedure immediate di innesto. Questo è in contrasto con gli studi più recenti che hanno esaminato la disposizione del mercurio radioattivo rilasciato dai restauri in amalgama nelle pecore (Hahn 1989, Vimy 1990).
Hahn (1989) ha dimostrato dalla scansione dell’immagine di tutto il corpo (autometallografia) che il mercurio comparirebbe prontamente nei reni, nel fegato, nell’osso mascellare e nel tratto gastrointestinale, già dopo soli 29 giorni dall’inserimento di amalgame. Vimy (1990a) ha dimostrato che i livelli di mercurio nel sangue materno, nel sangue del feto, e nel liquido amniotico raggiungevano un picco entro le 48 ore dopo l’inserimento dell’amalgama e rimaneva a quel livello per la durata degli studi (140 giorni). Sono stati trovati livelli di mercurio di 4 ng/g nel sangue materno e nel liquido amniotico e di 10 ng/g nel sangue del feto. Il rapporto tra mercurio dall’amalgama negli eritrociti e quello nel plasma, sia nella pecora madre che nel feto della pecora, erano meno di un’unità. La concentrazione di mercurio nelle urine della madre andava da 1 a 10 ng/g durante un periodo di 16 giorni. Dalle feci potevano essere eliminati circa 7.7 mg di mercurio al giorno.
Tutti i tessuti esaminati mostravano accumulo di mercurio. Entro 29 giorni, i livelli di mercurio nei reni raggiungevano approssimativamente i 9000 ng/g, e questi livelli erano mantenuti per la durata del periodo di indagine. Un andamento simile è stato osservato nel fegato, ma i livelli rimanevano approssimativamente a 1000 ng/g. I reni del feto contenevano livelli di mercurio di 10-14 ng/g, mentre i livelli nel fegato del feto avevano livelli di 100-130 ng/g.
Il cervello della madre (cerebrum, lobo occipitale e ippotalamo) mostrava un accumulo di mercurio da 3 a13 ng/g. Nella ghiandola pituitaria, nella tiroide e nelle ghiandole surrenali, le concentrazioni andavano dai 10 ai 1100 ng/g. Nel cervello, nella corteccia occipitale e nell’ippotalamo dei feti i livelli più alti erano approssimativamente di 10 ng/g. La ghiandola pituitaria dei feti aveva concentrazioni di mercurio di più di 100 ng/g, mentre la tiroide e le ghiandole surrenali contenevano meno di 10 ng/g.
Il latte ottenuto dalle pecore che avevano partorito o entro diversi giorni dopo il parto (25-41 giorni dopo l’inserimento dell’amalgama) conteneva livelli di mercurio dall’amalgama dentale che raggiungevano i 60 ng/g.
Altri studi recenti indicano che sia le funzioni epatiche (Vimy 1990b) che la flora intestinale (Summers 1990) possono essere intaccati quando gli animali sono esposti a mercurio da amalgama dentale.
Indice per argomenti della bibliografia
Esposizione e accumuli
Mercurio da amalgama nei tessuti corporei: studi di autopsie umane
Mercurio da amalgama nei tessuti corporei: studi di autopsie animali
Rilascio di vapori di mercurio da amalgama dentale
Rilascio di Hg0 e di ioni Hg2+ da amalgama dentale
Mercurio da amalgama nei tessuti corporei: studi di chelazione con DMPS
Mercurio da amalgama nei fluidi corporei
Effetti
Valutazione quantitativa dei rischi del mercurio da amalgama
Effetti del trasferimento di mercurio e mercurio da amalgama tra madre-feto e madre- latte materno
Mercurio da amalgama e alterazioni della flora batterica intestinale
Reazioni all'amalgama: documentati casi clinici
Linfociti specifici del mercurio da amalgama
Mercurio, mercurio da amalgama e SLA
Mercurio, mercurio da amalgama e SM