letteratura amalgama 2
Articoli correlati: il mercurio materno e l’esposizione fetale
* Yang J, Wang Y, "Trasferimento materno-fetale di mercurio metallico via placenta e via latte", Annals of Clinical and Laboratory Science, v.27, n2, p.135-141 (BO24)
ABSTRACT
Per chiarire la situazione del momento trans-placentale e dello screening nel latte di mercurio metallico nell’essere umano, il contenuto di mercurio fu individuato nel sangue materno, nel sangue del cordone ombelicale, nel latte e nei tessuti placentali. In 18 donne partorienti, 9 erano state esposte professionalmente al mercurio metallico mentre le altre 9 no. Il mercurio fu individuato tramite spettrometria d’assorbimento atomico a freddo. I risultati mostrarono che le concentrazioni di mercurio nel sangue del cordone ombelicale e dei tessuti placentali erano più alte di quelle del sangue materno. Il rapporto tra il mercurio inorganico e quello totale del latte era significativamente più alto di quello del sangue materno. Quindi questo studio concluse che il mercurio metallico può essere trasferito al feto via placenta e ad un neonato via il latte materno.
* Koos BJ, Longo LD, "Tossicità del mercurio nella donna incinta, nel feto e nei bambini appena nati", Am. J. Obstret Gynecol. 126, 1976 p.390-408 (D7)
ABSTRACT
Questo studio esamina i casi riportati di avvelenamento da mercurio in gravidanza e dati basati su fonti di concentrazione, assorbimento materno e distribuzione. Esso analizza le attuali conoscenze del trasferimento placentale di vari composti del mercurio, dell’assorbimento e della distribuzione fetale, identifica gli effetti tossici embriopatici e fetali del mercurio in generale mettendo in evidenza allo stesso tempo la maggiore tossicità dei composti del metilmercurio. Le indicazioni proposte per l’esposizione al vapore di mercurio elementare sono di 0.010 mg/metro cubo. Infine sono necessari studi supplementari per meglio valutare il rischio fetale da variazioni dei livelli di mercurio nel sangue materno allo scopo di determinare più esattamente i limiti di sicurezza dell’esposizione al mercurio per le donne in periodo di gravidanza.
* Edlund C, Bjorkman L, Ekstrand J, Sandborgh-Englund G, Nord CE, "Resistenza della normale microflora umana a mercurio e antibatterici dopo l'esposizione al mercurio delle otturazioni di amalgama", Clinical Infectious Diseases; 22 (6) p944-950. giugno 1996 (BJ11)
ABSTRACT (Department of Microbiology, Karolinska Institute, Stockholm, Sweden)
Le concentrazioni di mercurio nella saliva e nelle feci d e il modello di resistenza della microflora intestinale furono studiati su 20 individui. A 10 pazienti, con un punteggio medio delle superfici di amalgama di 19 (ogni amalgama da 1 a 3 punti) vennero rimosse tutte le otturazioni di amalgama in una seduta. 10 individui senza otturazioni di amalgama servirono da gruppo di controllo. Furono raccolto campioni di saliva e feci prima della rimozione e 2, 7, 14, e 650 giorni dopo. I livelli di mercurio nella saliva e nelle feci erano in stretta relazione con il punteggio di amalgama. Non furono individuate differenze tra i due gruppi a proposito del modello di resistenza della microflora orale. Nel gruppo con l'amalgama ci fu un aumento nel numero relativo di microrganismi intestinali resistenti al mercurio, nei giorni 7 e 1\4 (ampicillin, cefoxitin, erythromycin e clindamycin). Ciò non era significativo per la statistica alla luce delle normali fluttuazioni del gruppo di controllo. Fu osservata una significativa correlazione tra la prevalenza di resistenza al mercurio e la resistenza antibatterica multipla ai ceppi batterici intestinali.
Eggleston DW, Nylander M, "Correlazione dell'amalgama dentale con il mercurio nei tessuti cerebrali", J Prosthet Dent, dic. 1987; 58(6):704-7
ABSTRACT (Department of Restorative Dentistry, University of Southern California, Los Angeles)
I risultati di questo studio dimostrano una positiva correlazione tra il numero di superfici occluse da amalgama dentale e livelli di mercurio nel cervello. Questa è una riprova indiretta che suggerisce che il mercurio delle otturazioni dentali in amalgama può contribuire alla concentrazione di mercurio nel cervello. I livelli tossici di mercurio nei tessuti umani non sono stati sufficientemente studiati e la quantità di mercurio nel tessuto cerebrale umano derivante da amalgama dentale può essere clinicamente significativo, ma può anche non esserlo. Tuttavia, l'esposizione dell'amalgama dentale dovrebbe essere tenuta in considerazione nel controllare le fonti di accumuli di mercurio nel tessuto cerebrale umano.
* Eggleston DW, "Effetto dell'amalgama dentale e leghe in nichel sui linfociti T: relazione preliminare", The Journal of Prosthetic Dentistry, maggio 1984, v.51, n.5, p617- 623 (P1)
ABSTRACT
L'amalgama dentale e le leghe in nichel sono state considerate relativamente sicure sulla base della ricerca e dell'osservazione clinica di molti anni. Tuttavia, ogni materiale chimico o dentistico inutilizzato deve essere soggetto alle nuove diagnostiche immunologiche che diventano disponibili. Diagnosticare i fattori eziologici di una malattia autoimmune è ostacolato dalla risposta in ritardo del sistema immunitario, l'insorgere graduale dei sintomi e la presenza di sintomi distanti dall'ubicazione della sensibilizzazione. Molti resoconti di reazione allergica all'amalgama dentale descrivono una mancanza di manifestazione orale. Dati preliminari da questi studi suggeriscono che l'amalgama dentale e le leghe di nichel possono incidere sulla quantità di linfociti T. I linfociti T umani riescono a riconoscere antigeni specifici, diminuire l'efficienza, e regolare il tipo e l'intensità di praticamente tutte le risposte immunitarie cellulari e umorali. La normale funzione immunitaria dipende da un'appropriata quantità, qualità e proporzione di linfociti T-helper e sottoclassi di soppressori. Un'ulteriore ricerca può determinare la frequenza e l'ampiezza della riduzione dei linfociti T e l'alterazione tramite i materiali dentali.
Enestrom S, Hultman P, "L'amalgama incide sul sistema immunitario? Una questione controversa", Int Arch Allergy Immunol 106:180-203 (1995)
ABSTRACT
Sebbene in uso da oltre 150 anni, l'amalgama dentale è stata messa in dubbio più o meno vigorosamente come materiale dentale di restauro a causa dei rischi per la salute. Gli esseri umani sono esposti al mercurio e ad altri metalli dell'amalgama (Ag, Sn, Cu, Zn) attraverso i vapori, i prodotti di corrosione deglutiti con la saliva e l'assorbimento diretto nel sangue dalla cavità orale. Le otturazioni di amalgama sono la più importante fonte di esposizione al mercurio nella popolazione generale. Reazioni locali e, in alcuni casi, reazioni di ipersensibilità sistemica ai metalli negli esseri umani sono collegati a certi genotipi MHC, e incidono solo su di un piccolo numero di individui esposti. È molto difficile trovare questi individui in una popolazione mista, di individui predisposti e resistenti, incluse persone con sospetti sintomi dovuti alle otturazioni di amalgama, dove molti probabilmente soffrono di condizioni con un background immunologico non rilevati, come la sensibilità multipla a sostanze chimiche (sindrome MCS). Dovrebbero essere compiuti studi intensificati per identificare questi genotipi MHC predisposti, avvantaggiandosi dei casi riportati di persone esposte a più metalli pesanti con reazioni autoimmuni sistemiche. Saranno necessari anche studi ulteriori per accertare se l'esposizione combinata ai metalli nell'amalgama possono abbassare la soglia delle reazioni immunologiche contrarie, dato che studi recenti hanno dimostrato che i metalli in lega, soprattutto l'argento, possono indurre l'autoimmunità in topi geneticamente predisposti.
Engel P, “Osservazioni sulla salute prima e dopo la rimozione di amalgama”, Schweiz Monatschr Zuhbmed, vol 108:8, 1998
ABSTRACT
Sono riportati i risultati del rimpiazzo di amalgama in 75 pazienti. I pazienti soffrivano di molti sintomi diversi, come emicrania (36), mal di testa (32), problemi gastrointestinali (27), tensione al collo (25), parestesia (19), vertigini (18), allergie (13), disturbi visivi (13), dolori alla schiena (12), problemi psicologici (12), dolori alle giunture (1), dolori a braccio/ spalla (10). L'amalgama fu rimpiazzata da compositi. Durante la rimozione, fu utilizzato diga di gomma con Oraseal e il sistema di pulizia. Di norma, venivano rimosse 2 otturazioni per seduta, una volta la mese. Dopo la rimozione delle amalgame (1991-1996), il 68% dei pazienti riportarono che la loro salute era molto migliorata, il 12% che era migliorata, il 9% che era in qualche modo migliorata. Il 7% non avvertì alcun miglioramento e le condizioni di un paziente peggiorarono (un paziente affetto da SM).
Engin-Deniz B, Nell A, Perger M, Sperr W, "La concentrazione di mercurio nella saliva di bambini di 10 anni in correlazione con numero ed estensione di amalgame”, Zeitschrift fur stomatologie, 89, 471-479, 1992
ABSTRACT
È stata esaminata la saliva di 32 bambini con amalgame dentali e di bambini senza (età=10 anni). Nella saliva dei portatori di amalgama i valori di partenza dell'accumulo di mercurio erano fino a 6 mcg/l (nei non portatori il valore massimo era di 0.08 mcg/l). Dopo una fase di masticazione di 10 minuti si registrava nella saliva un aumento dell'aggravio da Hg che superava più di 250 volte il valore di partenza. Nei bambini senza amalgama, tutti i valori di mercurio, anche dopo la masticazione di gomma, rimanevano al di sotto dello 0.1 mcg/l.
** Engqvist A, Colmsjö A, Skare I, "Analisi del mercurio espulso nelle feci da individui con otturazioni di amalgama", Arch Envir Hlth 53 1998 205-213 (CA12)
ABSTRACT (Department of Toxicology and Chemistry, National Institute for Working Life, Solna, Sweden)
Sono stati stabiliti dei metodi per l'analisi del mercurio totale, del mercurio ossidato e del mercurio legato a gruppi sulfidrici, dei vapori di mercurio, del mercurio da particelle di amalgama nei campioni di feci. La ricerca ha mostrato che l'80% del mercurio da particelle di amalgama o del mercurio legato a gruppi sulfidrici era espulso, ma dei vapori di mercurio solo il 40% veniva escreto. Le analisi del mercurio escreto da 6 individui con un moderato carico di otturazioni di amalgama mostrarono che la maggior parte del mercurio derivante dalle otturazioni consisteva di mercurio ossidato, che era probabilmente legato a composti sulfidrici. La proporzione di particelle di amalgama nei campioni di feci di questi individui era bassa e non superava il 26% della somma totale di mercurio espulso.
Enwonwu CO, "Potenziali pericoli per la salute dell'uso di mercurio in odontoiatria: rassegna critica della letteratura", Environ Res, febr 1987; 42(1):257-74
ABSTRACT
Questa relazione esamina le recenti pubblicazioni sui pericoli per la salute associati all'uso di mercurio in odontoiatria, con enfasi sul rilascio di vapori di mercurio da otturazioni dentali di amalgama. Se da una parte ci sono riscontri solidi e consistenti che indicano il rilascio di vapori di mercurio dalle otturazioni durante la masticazione, lo spazzolamento dei denti, ed altre attività orali, non è stata raccolta ancora una dimostrazione di una connessione causale relativamente a questa specifica fonte di metalli pesanti con problemi importanti della salute umana. Numerosi vuoti nelle nostre conoscenze del metabolismo dei vapori di mercurio non ci consentono di predire con esattezza l'influenza per la salute di esposizione cronica a questa fonte di mercurio, ed alcune fonti rilevanti di ricerca sono state raccomandate.
Ferracane JL, Adey JD, Nakajima H, Okabe T, "Vaporizzazione di mercurio da amalgame con varie composizioni di lega", J Dent Res, luglio 1995, 74:7 1414-7
ABSTRACT
Il fatto che il mercurio è rilasciato dalle otturazioni dentali di amalgama a seguito di abrasione crea una continua controversia sull'uso di questo materiale. I ricercatori hanno mostrato che la quantità e la velocità di rilascio del mercurio varia nei diversi tipi di amalgama. Scopo di questo studio è stato determinare come la composizione della lega influenza la vaporizzazione del mercurio da amalgame sperimentali con la stessa misura sferica delle particelle e la stessa percentuale di mercurio. Un'ipotesi da testare era che il rilascio di mercurio dipende dalla concentrazione di stagno nella fase matrice Ag/Hg dell'amalgama. 7 leghe di amalgama sferica (di cui 5 ad elevato contenuto di rame) furono create da un produttore (Tokuriki Honten, Giappone). Le condizioni di triturazione furono corrette così che tutte le amalgame preparate avessero la stessa percentuale residua di Hg (47.3%). I cilindri di amalgama (del tipo ADA) furono invecchiati per 14 giorni a 37°C, quindi leggermente abrasi su £600 silicon carbide (con acqua), quindi essiccati ed inseriti in una provetta attraverso la quale era soffiata aria ad un flusso di 750 mL/ min. La vaporizzazione del mercurio fu monitorata con una analizzatore Jerome 411 (a foglio aureo) per 30 minuti. Il rilascio totale di Hg fu determinato per integrazione. Abbiamo analizzato campioni lucidati attraverso microscopia elettronica per determinare la composizione, la frazione in volume della matrice Ag/Hg (fase gamma 1), e la quantità di stagno nella fase gamma 1. I risultati mostrarono un netta correlazione negativa (r2 = 0.941) tra il log di mercurio totale rilasciato e la quantità di stagno nella fase gamma 1.
Fleischmann P, "Zur frage der gefahrlichkeit kleinster quecksilbermengen", Dtsch Med Wochenschr 1928; 304-7
“caso 1: Uomo di 32 anni; molto stanco e smemorato, mal di testa, problemi intestinali; migliorò nei 6 mesi seguenti la rimozione delle otturazioni di amalgama.
caso 2: Donna con numerose otturazioni di amalgama, di cui una ricoperta con un cappuccio di zinco; problemi di concentrazione, intenso dolore dietro la testa, vertigine, mancanza di saliva, coliche, dolori reumatici nelle gambe; migliorò clinicamente a seguito della rimozione delle otturazioni di amalgama, disse di sentirsi rinata.
caso 3: Uomo di 51 anni, amalgame di rame furono sostituite con amalgame di argento; difficoltà di concentrazione, depressione, mal di testa, salivazione, eczema anale, legamenti doloranti, congiuntivite; la rimozione delle otturazioni di amalgama d'argento portò alla scomparsa dei sintomi e all'aumento delle capacità lavorative.
caso 4: Donna di 30 anni; 16 otturazioni di amalgama, di cui una di rame; difficoltà di concentrazione, mal di testa, angina tonsillare; ci fu un notevole miglioramento a seguito della rimozione delle otturazioni di amalgama.
caso 5: Uomo di 34 anni; problemi di concentrazione, depressione. Palpitazioni, dispnea; si riprese in 9 mesi dopo la rimozione delle otturazioni di amalgama.
caso 6: Uomo di 52 anni; 15 otturazioni di amalgama, di cui 4 di amalgama di rame; stanchezza, insonnia, problemi a concentrarsi, ansia, problemi gastrointestinali, sudorazione eccessiva, infezioni della gola ricorrenti; 8 mesi dopo la rimozione delle otturazioni di amalgama c'era stato un graduale ma netto miglioramento di tutti i sintomi”.
Fredin B, "Studi sul rilascio di mercurio dalle otturazioni dentali di amalgama", Swed J Biol Med, n.3, 1988 pp 8-15
ABSTRACT
Diversi aspetti del rilascio di Hg dalle otturazioni dentali di amalgama sono stati esaminati sia in vivo che in vitro. Goccioline di Hg (diametro 1-2 um) sulla superficie delle amalgame sono state osservate con microscopia luminosa. I vapori di Hg sono stati misurati nell'aria espirata 5 minuti prima e dopo la masticazione di gomma in 3 gruppi di individui con un numero variabile di amalgame dentali (gruppo 1: avevano sintomi simili all'esposizione cronica a basse dosi di Hg, N=22; gruppo 2: non avevano sintomi evidenti e avevano aspetto sano, N=20; gruppo 3: non avevano otturazioni di amalgama; N=10). I gruppi 1 e 2 mostravano entrambi un aumento significativo di 3 volte dei valori di Hg dopo la masticazione, mentre il livello di Hg nel gruppo di non portatori rimaneva invariato. Sciacquare la bocca con acqua calda (55°C) nel gruppo 2 determinava un ulteriore aumento dei livelli di vapori di mercurio (da 4 mcg/m3 a 45 mcg/m3). I campioni di saliva (1 ml) dei 17 individui nel gruppo 2, raccolti prima e dopo la masticazione mostravano un aumento significativo di 8 volte nei livelli di Hg dopo la masticazione. In un quarto gruppo fu studiato l'assorbimento di Hg da parte della mucosa orale, gruppo 4 costituito da 10 individui. Un assorbimento notevolmente elevato fu riscontrato dopo 3 minuti. Ne deduciamo che le amalgame dentali dovrebbero essere considerate una lega instabile che costituisce una fonte di esposizione a lungo termine di Hg e non è un materiale adatto dal punto di vista tossicologico ad essere usato per otturazioni dentali.
Fredin B, "Distribuzione di mercurio in diversi tessuti di maialini di Guinea dopo l'inserimento di otturazioni dentali di amalgama", Sci Total Environ, 66:263-268, 1987
ABSTRACT
Su sei maialini di Guinea sono state inserite otturazioni dentali di amalgama, cinque animali sono stati usati come gruppo di controllo. Due degli animali da laboratorio sono stati sacrificati 1 giorno dopo, due il giorno 3, uno il giorno 5 ed uno il giorno 10. Il contenuto di mercurio nel cervello, cuore, fegato, reni, sangue, urine e feci è stato determinato con spettroscopia di assorbimento atomico. Il contenuto di mercurio in tutti i tessuti degli animali trattati erano significativamente maggiori di quelli degli animali di controllo. Il cuore assorbiva più mercurio, più velocemente del tessuto del cervello. Al giorno 1, i livelli di mercurio nel cuore erano in media 10 volte maggiori di quelli nel cervello; al giorno 3, i livelli di mercurio erano da 3.5 a 10 volte maggiori dei livelli nel cervello; al giorno 5, il livello di mercurio nel cuore era quasi il doppio di quello nel cervello; e al giorno 10, la quantità di mercurio nel cuore era in media quasi il 50% in più di quello nel cervello.
Friese KH, "Konnen Amalgamplomben angeborene Innenohrschaden verursachen?", Therapeutikon 1994; 7 (11): 492-96
“caso 1: Una donna di 30 anni con mal di testa simili a emicrania e stordimento era stata trattata senza risultati per 10 anni da diversi dottori. Dopo la rimozione dell'amalgama e terapia chelante con DMPS lo stordimento scomparve completamente e l'emicrania fu rapidamente alleviata.
caso 2: In un paziente di 37 anni con tosse cronica e catarro nasale, fu effettuata la rimozione delle otturazioni di amalgama e la terapia di chelazione. Il paziente guarì definitivamente dalle infezioni.
caso 3: Una bambina di 6 anni con bronchite asmatica ed allergie multiple fu completamente liberata da tali sintomi a seguito della rimozione di amalgame e terapia di chelazione”.
Friese KH, "Gift im mund - Ratschlage fur die Praxis bei Amalgambelastung", Natura Med, 1992, 7 (4) 295-306
“caso 1: Una paziente di 33 anni con ricorrente infiammazione del canale uditivo aveva un carico di mercurio di 401.5 mcg/ g di creatinina nel test con DMPS. L'infiammazione del canale uditivo nella paziente peggiorò durante la sessione di rimozione delle amalgame. Dopo due trattamenti con il chelante DMPS, il mercurio nelle urine scese a 25.4 mcg/ g creatinina. Tutti i sintomi della donna scomparvero.
caso 2: Una donna di 22 anni soffriva di alopecia, emicrania e raffreddori. Il test con DMPS mostrò un carico di mercurio di 496 mcg/g creatinina. Durante la rimozione di amalgama ci fu un peggioramento dell'alopecia. Il livello di mercurio scese a 42 mcg/g creatinina dopo terapia con DMPS. L'alopecia, i raffreddori e l'emicrania scomparvero. Non ci sono state ricadute finora”.
Galic N, Prpic-Mehicic G, Prester L, Blanusa M, Krnic Z, Ferencic Z, "L’esposizione al mercurio d’amalgama dentale nei topi", Biometals, sett. 1999; 12(3):227-31
ABSTRACT (Department of Dental Pathology, School of Dentistry, Zagreb, Croatia)
Scopo di questo studio è stato quello di misurare la distribuzione di mercurio, per un periodo di 2 mesi, in tessuti di topi esposti ad amalgama. È stata anche valutata una possibile interazione del mercurio con rame e zinco negli organi. I topi o furono esposti al mercurio di 4 amalgame dentali o alimentati con una dieta contenente amalgama polverizzata per un periodo di due mesi. Il mercurio venne misurato in reni, fegato e cervello, il rame in reni e cervello, lo zinco in reni. I risultati mostrarono concentrazioni significativamente più alte di mercurio nei reni e nei cervelli di topi in entrambi i gruppi esposti, rispetto a topi di controllo. Dopo ancora due mesi di esposizione al mercurio, la concentrazione di mercurio nel cervello di topi con otturazioni in amalgama era otto volte più alta che nel controllo e due volte più alta che nei topi esposti alla dieta integrata con amalgama. La più alta concentrazione di mercurio nel secondo gruppo fu trovata nei reni ed era cinque volte più alta che nel gruppo di controllo. Non trovammo differenze significative tra i livelli di mercurio nel fegato dei topi esposti e di quelli di controllo. L’esposizione a mercurio proveniente da amalgame dentali non alterava le concentrazioni di rame e zinco nei tessuti. Analisi istopatologiche di tessuti di topi non mostrarono nessun cambiamento patologico. Questi risultati supportano il trasporto naso-cervello, precedentemente proposto, per il mercurio rilasciato da otturazioni dentali di amalgama.
Gasser F, "Neue untersuchungesergebnisse uber amalgam", Die Quintessenz 1976; (12): 47- 53
“Donna di 28 anni; gamba sinistra che si incurvava all'indietro, continuo mal di denti; sintomi scomparsi dopo 1 mese dalla rimozione delle amalgame, senza ricadute dopo 1 anno”.
Gasser F, "Amalgam in Klinik un Forschung", Schweizerische Monatsschrift fur Zahnheilkunde 1972; 8: 62-85
“caso 1: Uomo di 29 anni; affaticamento, insonnia, nervosismo, emicrania ogni 3-4 settimane, molto sensibile a gusti e odori; scomparsa di tutti i sintomi a seguito della rimozione delle otturazioni di amalgama.
caso 2: Uomo con mal di testa, vertigine, dolore al cuore ed ai ginocchi; guarito a seguito della rimozione delle otturazioni di amalgama.
caso 3: Donna di 42 anni; amalgama e oro, 20 mcA; vertigine, tensione dei muscoli della spalla, dolore all'anca, sintomi scomparsi dopo 2 mesi dalla rimozione delle otturazioni di amalgama.
caso 4: Donna con mal di testa, intenso dolore nella mascella inferiore, raucedine, crampi al collo e alle spalle, infezioni della gola; rapidamente migliorata dopo la rimozione delle otturazioni di amalgama. Libera dai sintomi 2 anni dopo.
caso 5: Uomo con 15 otturazioni di amalgama, facilmente affaticato, lunghi tempi di reazione, gusto acido in bocca; guarito dopo la rimozione delle otturazioni di amalgama”.
* Gay DD, Cox RD, Rheinhardt JW, "La masticazione rilascia mercurio dalle otturazioni", Lancet, 5 maggio 1979, I: 985 (F4)
ABSTRACT
Abbiamo esaminato l'esposizione di pazienti odontoiatrici al mercurio elementare proveniente dalle otturazioni dentali. I livelli di mercurio pre-masticazione in bocca sono risultati essere 2.8 microgrammi per 1.0 m3 di aria. Questi risultati sono causati sia da otturazioni di amalgama di una settimana che da otturazioni di amalgama di 2 anni. Dopo la masticazione di gomma fu osservato un notevole aumento di mercurio, fino a 50 microgrammi di mercurio per 1.0 m3 di aria.
** Gebel T, Dunkelberg H, "Influenza della masticazione di gomma e delle otturazioni di amalgama in contatto dentale con altri metalli di diverso tipo metallico sul contenuto di mercurio urinario", Zbl Hyg 199:69-75 (1996) (BS32)
ABSTRACT
Alcuni autori hanno già dimostrato che il contatto di otturazioni di amalgama con otturazioni di metallo di diverso tipo possono aumentare per elettrogalvanismo la corrosione di amalgama in vitro, portando così ad un elevato rilascio di mercurio. Uno degli scopi di questo studio è stato di valutare possibili influenze di questi contatti in vivo sul contenuto urinario di mercurio in volontari umani. Né la vicinanza, né il contatto tra metalli ebbe comunque alcuna influenza sui livelli di escrezione urinaria di mercurio rispetto a quelli di un gruppo di riferimento con un simile stato di amalgama. Inoltre è stata presa in considerazione l'influenza della masticazione di gomma sui livelli urinari di mercurio. È stato dimostrato che, a parità di numero e tipo di otturazioni in amalgama, l'uso di gomma da masticare portava a concentrazioni medie di mercurio significativamente più elevate (masticatori di gomme: 1.36 mcg Hg/24 ore - non-masticatori 0.70 ug Hg/24 ore). Perciò, masticare gomme deve essere considerato un importante parametro che influenza i livelli urinari di mercurio di persone con otturazioni di amalgama.
** Gelbier S, Ingram J, "Possibili effetti tossici sul feto del vapore di mercurio: rapporto di un caso", Public Health (1989), 103, 35-40 (AX38)
Lo studio di Brown con dischi di monitoraggio del mercurio passivo di 704 studi odontoiatrici in diverse parti del Regno Unito dimostrò che durante un periodo di una settimana circa il 10% di questi presentavano concentrazioni di vapori di mercurio che eccedevano il TLV di 0.05mg/m3. Una donna medico dentista che lavorava in uno di questui studi odontoiatrici, lavorò fino alla 35° settimana di gravidanza. Diede alla luce, a 42 settimane, un bambino prematuro con un grave danno cerebrale. È stata discussa la possibilità che lo sviluppo di questo bambino potesse essere stato danneggiato dal mercurio e sono stati riesaminati gli scritti relativi alla teratogenità del mercurio. Non è intenzione dell’autore arrivare a delle specifiche conclusioni a seguito dell’analisi di un singolo caso. Quanto scritto è presentato per riportare all’attenzione della professione odontoiatrica un possibile caso di tossicità fetale e per riesaminare la evidenze della potenziale tossicità dei vapori di mercurio verso il feto, documentate da altri autori. L’attenzione è attirata sulla necessità di un ulteriore ricerca degli effetti sulla salute e sulla gravidanza del vapore di mercurio nelle chirurgie dentali. Il mercurio è un noto agente teratogeno. La tossicità fetale dell’alchilmercurio è stata ben documentata, in modo particolare riguardo l’epidemia Minomata. Un caso di danno cerebrale congenito dopo l’esposizione ad esalazione di mercurio è stato riportato da Carmona nel 1982. Dati relativi agli animali mostrano che il mercurio elementare disciolto nel sangue attraversa rapidamente la placenta. Recenti studi giapponesi hanno registrato elevati accumuli di mercurio nella placenta di porcelline nane incinte esposte a vapori di mercurio. L’osservazione dell’utero nell’esposizione al mercurio indica che il feto umano è più sensibile dell’umano adulto. Sebbene non siano conosciuti tutti gli effetti del mercurio inorganico e dei vapori di mercurio sul sistema nervoso è risaputo che queste sostanze possono impedire la normale crescita e sviluppo del feto e causare successivi modelli di comportamento anormali negli esperimenti sugli animali. Koos e Longi raccomandano che donne in età da gravidanza non dovrebbero essere esposte a vapori di mercurio in concentrazioni superiori a 0.01mg/m3. Nixon e associati riferiscono che le dentiste hanno un tasso di aborto spontaneo più elevato rispetto ad un gruppo di controllo di donne medico. In un documento presentato in una Conferenza Internazionale sui rischi del mercurio nella Pratica Dentistica (Gordon, 1981) e basato sui rapporti delle ostetriche, si dice: “la frequenza degli aborti tardivi e dei parti prematuri nelle dentiste che lavorano è inquietante e richiede una spiegazione”. Kunz suggerisce che la precedente nascita di bambini morti mostrava una correlazione direttamente proporzionale con i livelli di mercurio nel sangue sia nella madre che nel figlio. Epidemie da avvelenamento di mercurio negli ultimi anni sono state associate con danni cerebrali nei neonati nonostante la poca o nessuna evidenza di tossicità nella madre. Macdonald suggerisce che poiché è più probabile che il danno al feto si verifichi nel periodo che va dalle prime otto alle dieci settimane, si dovrebbero concentrare gli sforzi nell’eliminazione di ogni esposizione prima del concepimento.