Letteratura amalgama 3

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ABSTRACT
Gli effetti dei vapori di mercurio sulla produzione del fattore di crescita nervosa durante lo sviluppo sono stati esaminati. Topi in gravidanza sono stati esposti a due differenti concentrazioni di vapori di mercurio durante i giorni embrionali E6-E11(primo periodo) o E13-E18 (periodo tardivo) in fase di gravidanza, aumentando la concentrazione post-natale di mercurio nel cervello, da 1 ng/g di tessuto a 4 ng/g di tessuto (gruppo a bassa dose) o 11 ng/g (gruppo ad alta dose). L’effetto di questa esposizione nella prole sono stati determinati considerando la concentrazione di NGF nel 21° e 60° giorno dopo la nascita e confrontando questi livelli a controlli fatti a parità di età con madri non trattate. Sono stati anche rilevati cambiamenti nell’espressione dell’mRNA che codifica NGF, nei recettori di affinità alta e bassa per l’NGF (p75 e p 140 trk, rispettivamente) e nella colina acetiltransferasi (ChAT). Quando i ratti furono esposti ad alti livelli di vapori di mercurio nei primi stadi dello sviluppo embrionale, ci fu un significativo (62%) aumento nei livelli a P21 di NGF nell’ippocampo, accompagnato da una diminuzione del 50% di NGF nel proencefalo basale. L’espressione dell’NGF mRNA è stata trovata inalterata nel giro cerebrale dentato. L’espressione del p75 mRNA era significativamente diminuita al 39% de livelli di controllo nell’area diagonale di Broca (DB) e al 50% nel nucleo settale madiale (MS), mentre non erano distinguibili alterazioni nel livello di trk mRNA nel proencefalo basale. La ChAT mRNA era leggermente diminuita nel DB e nell’MS, e notevolmente nello striato. Questi risultati suggeriscono che bassi livelli prenatali di esposizione a vapore di mercurio possono alterare i livelli di NGF e i suoi recettori, indicando danni neuronali e regolazioni trofiche distribuite durante la crescita.


Warfvinge K; Hun J; Logdberg B, "Distribuzione del mercurio nelle aree corticali e nei sistemi di fibre del cervello neonatale e adulto di madre dopo l’esposizione a vapore di mercurio di scimmie scoiattolo incinte", Environ Res. 67(2):196-208, nov. 1994

ABSTRACT
Scimmie incinte furono esposte 5 giorni a settimana a vapore di mercurio ad una concentrazione di 0.5 mg Hg/m3 di aria per 7 ore al giorno, o di 1 mg Hg/m3 di aria per 4 o 7 ore al giorno. L’assorbimento totale di mercurio calcolato variava tra 0.8 e 5.4 mg (variazione dell’assorbimento giornaliero 0.04-0.07 mg). La concentrazione di mercurio nel lobo occipitale cerebrale della prole variava tra 0.20 e 0.70 microgrammi/g di tessuto, e nelle madri tra 0.8 e 2.58 microgrammi/g di tessuto. La mappatura della distribuzione del mercurio negli strati neocorticali dei cervelli materni mostrò che le cellule piramidali contenevano più mercurio visibile degli altri neuroni. In aggiunta, la mappatura rivelò che più in profondità erano situate le cellule piramidali che contenevano più mercurio. Nei cervelli della prole, non fu trovata nessun tipo di distribuzione laminare. Nell’area dell’ippocampo, di nuovo le cellule piramidali contenevano più mercurio degli altri neuroni. Per contrasto, lo strato granuloso della circomvoluzione cerebrale dentata era sempre priva di mercurio visibile. Il claustro e il complesso amigdaloide contenevano sempre mercurio. Nei sistemi fibrosi i cervelli della prole contenevano più mercurio dei cervelli dell’adulto. Il mercurio fu trovato sia nelle cellule gliali e nei neuroni sia nelle aree corticali e nei sistemi di fibrosi.


Yoshida M, Yamamura Y, Satoh H, "Distribuzione di mercurio nella prole di maialini di Guinea dopo esposizione in utero a vapori di mercurio durante gli ultimi stadi di gravidanza", Arch Toxicol 58(4):225-228, 1986

La distribuzione negli organi del mercurio dopo esposizione in utero è stata esaminata in neonati di maialini di Guinea. Le madri dei maialini di Guinea sono state esposte durante la parte finale della gestazione a 0.2 -0.3 mg/m3 di vapore di mercurio, 2 ore al giorno fino al parto. Le concentrazioni di mercurio nel cervello, polmoni, cuore, reni, sangue dei neonati erano minori di quelle negli organi e nei tessuti materni. Invece, il fegato dei neonati mostrava una concentrazione di mercurio doppia rispetto a quella nel fegato della madre. Il rapporto tra la concentrazione di mercurio e gli eritrociti nel sangue della prole è risultata alquanto diversa da quella delle madri, cioè 0.2-0.4 per la prole e 1.3-3.0 per le madri. Questi risultati suggeriscono che il metabolismo dei vapori di mercurio è alquanto diverso nei feti rispetto alle madri. Ciò può essere dovuto a una circolazione sanguigna diversa, poiché il vapore di mercurio che si trasferiva attraverso la barriera placentare sembrerebbe ossidarsi rapidamente nella forma ionica nel fegato fetale e accumularsi in tale organo.

 

Soederstroem S, Fredriksson A, Dencker L, Ebendal T, "Gli effetti del vapore di mercurio sui neuroni colinergici nel cervello fetale: studi sull’espressione del fattore di crescita nervoso e dei suoi recettori di affinità alta e bassa", Ricerche sullo sviluppo mentale, 85(1): 96-108 (1995) 

 

 

 

 

 

 

Gerhard I, Waldbrenner P, Thuro H, Runnebaum B, "Diagnosi di accumulo di metalli pesanti attraverso test con DMPS orale e test di masticazione", Klinisches Labor 38:404-411 (1992)

 

ABSTRACT 

Nel corso di una conferenza su ormoni e sterilità, furono effettuate analisi di metalli pesanti nelle urine su 490 donne prima e dopo l'assunzione orale di DMPS (Dimaval) insieme con il solito esame diagnostico endocrinologico. Tutte le pazienti mostrarono un aumento di escrezione di mercurio, piombo, cadmio, rame e arsenico due ore dopo l'assunzione orale di DMPS. È stata effettuata anche una misurazione dei valori di mercurio nelle saliva di portatori di amalgama e di gruppi di controllo senza amalgama. Nelle persone con 11 otturazioni d'amalgama, il contenuto di mercurio era in media di 101 mcg/L. Dopo un periodo di masticazione di 10 minuti tale valore aumentava (valore massimo rilevato: 800 mcg/L). L'aumento di escrezione dei metalli post-DMPS prova che tali metalli sono accumulati nell'organismo e che possono essere mobilizzati da DMPS. Le correlazioni tra accumuli di metalli pesanti, disfunzioni ormonali ed aborti indicano la rilevanza clinica del test con DMPS.

Le concentrazioni di mercurio, piombo, rame, cadmio e arsenico nelle urine furono determinate tramite la spettroscopia e assorbimento atomico (AAS), e corrette con riferimento alla normalizzazione della creatinina. Furono determinate anche le concentrazioni urinarie di zinco e selenio. Se era confermata un’esposizione al mercurio e se allo stesso tempo i denti avevano otturazioni di amalgama, dopo un po’ di tempo veniva eseguito il test della masticazione di gomma. Nei campioni di saliva furono determinate le concentrazioni di mercurio, argento, stagno e rame. In tutte le donne, un’escrezione aumentata dei metalli pesanti potrebbe essere ottenuta con il DMPS. In termini di quantità, le più alte concentrazioni stimate furono quelle del mercurio e del rame; essendo quella del mercurio al più grande quantità media. Oltre il 90% di tutte le concentrazioni basali del mercurio giacciono sotto i 5 mcg/g di creatinina; che è sotto il limite soglia dell’esposizione al mercurio. Dopo la somministrazione del DMPS, tuttavia, il 25% delle donne espulse oltre 100 mcg/g di creatinina. Non ci fu nessun caso di gravidanza spontanea con un’escrezione di mercurio di oltre 500 mcg/g di creatinina, ed eccezionalmente delle buone ovulazioni poterono essere ottenute solo con le più diversificate terapie ormonali. Quattro donne iperandrogene in particolare mostrarono valori significativamente elevati di mercurio, che fecero anche andare sottopeso le donne. A causa dei frequenti innalzamenti del mercurio nelle urine dei pazienti, fu investigata una relazione con il rilascio di mercurio delle otturazioni dentali d’amalgama. Nel test del chewing-gum, il rilascio di mercurio nella saliva aumentò in modo significativo con l’aumentare del numero di otturazioni d’amalgama. Concentrazioni molto alte di mercurio furono trovate in donne con 10 o più otturazioni d’amalgama. La massima escrezione di mercurio nelle urine aumentò quando il numero delle otturazioni d’amalgama crebbe. Le concentrazioni salivari di mercurio crebbero con il crescente numero di otturazioni d’amalgama sia prima che dopo aver masticato gomma. L’escrezione urinaria di mercurio dopo la somministrazione di DMPS aumentò in modo significativo con l’aumentare del numero di otturazioni in amalgama. Le donne con l’escrezione di mercurio più alta nelle urine mostrarono valori di mercurio nella saliva quasi 5 volte più alti dopo aver masticato gomma. Per l’intera popolazione studiata, non potemmo fare a meno di dimostrare che esposizioni a metallo pesante erano presenti in circa la metà dei pazienti con sterilità e disordini ormonali. Solo in pochi casi poté essere provata una precisa fonte tossica all’esterno del corpo. Un’esposizione professionale al mercurio poté essere determinata in solo 5 donne (pratica dentale, manifattura di termometri). Non furono usati unguenti o medicazioni contenenti mercurio. Il consumo di pesce nei soggetti fu minimo e non poté essere messo in relazione alle concentrazioni di mercurio. Sta diventando sempre più evidente che l’esposizione corporea a metalli pesanti gioca un ruolo importante nei disordini della fertilità. Come abbiamo dimostrato, l’esposizione individuale può essere provata tramite somministrazione orale di DMPS nella forma di un test immediato.

 

 

 

 

Gjerdet NR, Berge M, "Liberazione di rame, zinco e cadmio da differenti amalgame", Acta Odontol Scand., agosto 1983; 41(4): 217-20ISSN: 0001-6357

 

ABSTRACT

È stato registrato il rilascio di rame, zinco e cadmio da sei differenti amalgame in soluzione allo 0.9% di NaCl durante un periodo di 4 settimane. I prodotti mostravano un comportamento di corrosione molto differente. Un amalgama del tipo a dispersione rilasciò le più piccole quantità di rame ma le più alte quantità di zinco. Un prodotto contenente indio ebbe un alto tasso di dissoluzione del rame. Cadmio fu liberato in larga misura da un’amalgama al rame. Il tasso di corrosione variò molto per i differenti prodotti durante il tempo dell’esperimento. La liberazione di rame e zinco fu inversamente correlata.

 

 

 

 

Godfrey M, Campbell NJ, "Conferma della tossicità e della ritenzione di mercurio usando il sale sodico dell’acido 2,3- dimercapto-1-propane-sulfonico (DMPS)", Adv Med 7 1994 19 (BB47)

 

ABSTRACT

La ritenzione cronica di mercurio fu confermata in pazienti con storie, sintomi e segni di tossicità cronica da mercurio, utilizzando come stimolo il sale sodico dell’acido 2,3- dimercapto-1-propane-sulfonico (DMPS) endovenoso. Ottanta pazienti sintomatici con restauri d’amalgama di mercurio, dieci persone tra il personale dentistico, e dieci pazienti diagnosticati come sofferenti di tossicità da amalgama, che erano stati trattati con la rimozione delle amalgame, una terapia chelante e di integrazione di minerali, furono comparati con dieci pazienti asintomatici di controllo che non avevano mai avuto restauri d’amalgama. Il valore medio del mercurio nell’urina, dopo le iniezioni di DMPS, fu estremamente significativo nei pazienti sintomatici, aumentando da 5.4 microgrammi per litro (ug/L) a 314.3 ug/L (p<0.001). Esso fu estremamente significativo anche nel personale dentistico, aumentando da 10.2 a 330.0 ug/L (p<0.001). Ci fu una importante differenza nei pazienti trattati, in cui le concentrazioni di mercurio post-DMPS fu minore che nei pazienti di controllo. Esse aumentarono da 1.4 a 10.7 ug/L (p<0.007) mentre, nei pazienti di controllo essa incrementò da 1.8 a 39.1 Ug/L. La concentrazione di mercurio post-DMPS diminuì in seguito alla rimozione dell’amalgama ma rimase elevata nei soggetti che conservarono le loro amalgame. La diminuzione dei sintomi e dei segni clinici da 1 a 4 anni dopo il trattamento fu confermata per mezzo di una valutazione continuativa. A causa della natura insidiosa della tossicità cronica di mercurio e delle variegate manifestazioni cliniche, spesso non si arriva a formulare la diagnosi opportuna in tali casi. Le tecniche diagnostiche standard sono imprecise, ci sono significativi rischi con trattamenti non appropriati.

 

 

 

 

 

* Godfrey ME, "Malattia cronica correlata all’amalgama dentale: rapporto di due casi", J Adv Med 3 1990 247 (AP16)

 

ABSTRACT

Sono presentati due studi del caso che implicano una sintomatologia multipla. Si propone una relazione causale con l’amalgama dentale, in vista della diminuzione dei sintomi a seguito della rimozione della causa. 

 

 

 

 

* Godfrey ME, "Candida, disbiosi e amalgama", Journal of Advancemnt in Medicine, v.9, n.2, p115- 120, Summer 1996 (BJ36)

 

“L’amalgama è stata confermata come le più importante fonte di mercurio sia nel personale dentistico sia nella popolazione comune. E’ stato dimostrato che provoca una alterazione disbiotica della flora intestinale e che i fagociti delle persone esposte al mercurio non sono in grado di uccidere la candida. Questo fatto fa sorgere un problema per quanto riguarda il buonsenso clinico dei trattamenti ripetitivi anti-candida senza la rimozione delle amalgame dei pazienti. Una valutazione multicentrica superiore coinvolgente 640 soggetti umani ha confermato che c’era una mutazione del 70% nei batteri intestinali, che porta ad una resistenza agli antibiotici successiva all’esposizione al mercurio proveniente dalle otturazioni d’amalgama. C’è anche una possibilità per la candida e gli altri potenziali microbi patogeni, di diventare resistenti al mercurio e di prosperare quando gli organismi commensali vengono sostituiti da organismi resistenti agli antibiotici.” 

 

 

 

 

Goldwater LJ, "Tossicologia del mercurio inorganico", Ann NY Acad Sci 65:498-506 (1957)

 

ABSTRACT 

Gli effetti pericolosi dei vapori di mercurio vengono discussi a lungo in un lavoro di Ulrich Ellenbog stampata in Germania nel 1524, e una descrizione clinica dettagliata dell’avvelenamento professionale da mercurio fu pubblicata da Jean Fernel in Francia nel 1557. Nell’industria moderna, l’avvelenamento da mercurio è stato comunemente associato alla lavorazione dei cappelli di feltro di pelliccia. Fino a quando non fu trovato un sostituto soddisfacente, il nitrato di mercurio era essenziale nel processo di feltratura. Si crede che l’espressione “matto come un cappellaio” abbia avuto origine come risultato di una delle manifestazioni tossiche dell’avvelenamento da mercurio. Il mercurio è unico tra i metalli pesanti in quanto ha una notevole volatilità a temperatura ambiente. Il mercurio spanso tende a dividersi in innumerevoli piccoli globuli. Questa suddivisione aumenta l’area superficiale e di conseguenza aumenta il tasso di evaporazione. La più importante via di assorbimento per tutti gli avvelenamenti professionali è attraverso il tratto respiratorio. Il mercurio può anche guadagnare l’accesso all’organismo vivente attraverso la pelle intatta, una caratteristica che forma la base per il trattamento della sifilide con le “applicazioni di mercurio”. L’ingresso attraverso il canale gastrointestinale è di minore importanza nel mercurialismo professionale, ma ovviamente può essere di minore importanza se un cibo o una bevanda sia contaminata accidentalmente con qualche forma di mercurio. L’avvelenamento da mercurio può essere acuto, subacuto o cronico. I sintomi dell’avvelenamento da mercurio organico possono essere differenti da quelli prodotti dal mercurio inorganico. L’avvelenamento cronico avviene in seguito all’esposizione ad eccessive concentrazioni di vapore di mercurio, o polvere di sali di mercurio, per periodi di settimane, mesi o anni. Le più frequenti ramificazioni sono gengiviti e stomatiti, tremori, e cambio di personalità conosciuto come eretismo. Questa condizione è caratterizzata da irritabilità, esplosioni di collera, ed eccitabilità, a volte alternati a depressione. Ci sono numerosi altri segni e sintomi, che includono salivazione, perdita di appetito, perdita di peso, debolezza, e disturbi delle funzioni urinarie e gastrointestinali. I livelli di mercurio urinario possono dare alcune indicazioni del grado di esposizione; essi sono di valore limitato nella diagnosi di avvelenamento, dato che livelli alti possono essere trovati in soggetti umani che sono sintomatici, e livelli bassi in quelli che mostrano segni evidenti di mercurialismo. E’ stato suggerito che, in alcuni casi, l’incapacità di espellere il mercurio è un fattore nello sviluppo dell’avvelenamento.

 

 

 

 

* Hahn LJ, Kloiber R, Vimy MJ, Takahashi Y, Lorscheider FL, "Otturazioni dentali di argento: una fonte di esposizione rivelate con autometallografia dell'intero corpo di una pecora e analisi dei tessuti", FASEB J. 3:2641-6, dic. 1989 (AC42)

 

ABSTRACT

Le pecore sono state utilizzate in questo studio per investigare il rilascio e la distribuzione del mercurio da otturazioni dentali di amalgama perché esibisce meccanismi di masticazione molare simile a quelli trovati negli umani. Dodici denti molari sono stati riempiti con amalgama dentale contenente mercurio marcato radioattivamente e lasciato nel dente per 29 giorni. Ogni otturazione conteneva approssimativamente 425 milligrammi di mercurio, circa il 50% della quantità dell'otturazione media in adulto umano. Le otturazioni sono state scolpite in modo accentuatamente concavo per prevenire eccessiva corrosione. L'uso di mercurio marcato radioattivamente assicurava specificità; il mercurio trovato negli animali non avrebbe potuto essere confuso con mercurio proveniente da qualsiasi altra fonte. Misure post-masticazione sono state prese periodicamente. Queste misure rispecchiavano molto le misure prese da portatori umani in lavori scientifici precedentemente pubblicati. Il destino del mercurio dentale è stato determinato per autometallografia dell'intero corpo e per misura dell'isotopo radioattivo negli specifici tessuti. I risultati dello studio chiaramente dimostrano che sostanziali quantità di Hg dall'amalgama appariranno in diversi tessuti corporei, già 29 giorni dopo l'inserimento di otturazioni di amalgama nel dente.

 

 

 

 

* Hahn LJ, Kloiber R, Leininger RW, Vimy MJ, Lorscheider FL, "Autometallografia della distribuzione del mercurio rilasciato dalle otturazioni dentali nei tessuti di scimmia", FASEB J., nov. 1990; 4(14):3256-60 (AC42b)

 

ABSTRACT (Department of Radiology, University of Calgary, Faculty of Medicine, Canada)

Il destino del mercurio (Hg) rilasciato dalle otturazioni dentali di amalgama nell'aria della bocca umana è incerto. Uno studio precedente su pecore ha rivelato le vie di assorbimento e distribuzione del Hg da amalgama nei tessuti corporei. La presente indagine dimostra che la distribuzione corporea di Hg da amalgama in una scimmia la cui dentizione, cibo e regime alimentare e modalità di masticazione sono molto vicini a quelli degli esseri umani. Quando le otturazioni di amalgama, che normalmente contengono il 50% di Hg sono create con 203Hg marcato radioattivamente, e inserite nei denti delle scimmie. L'isotopo inizia ad apparire in elevate concentrazioni nei diversi organi e tessuti entro 4 settimane. L'autometallografia dell'intero organismo della scimmia ha rivelato che i livelli più elevati di Hg erano localizzati nei reni, tratto gastrointestinale e mandibola. L'attuale convincimento di parte della professione odontoiatria che le amalgame d'argento siano un materiale per otturazioni dentali stabile non è supportata da questi riscontri.

 

 

articoli correlati: studi di distribuzione di mercurio inalato

 

 

Khayat A, Dencker L, "Distribuzione negli organi del mercurio metallico inalato in topi e scimmie" Acta Pharmacol et Toxicol, 55:145-152, 1984

 

ABSTRACT: Topi e scimmie sono stati esposti all'inalazione di vapori di mercurio 203, marcato radioattivamente. La distribuzione negli organi e nei tessuti è stata determinata attraverso autometallografia dell'intero corpo, microautoradiografia e conteggio scintillografico. La distribuzione del vapore di mercurio si conformava ampiamente a precedenti determinazioni su topi. Elevati accumuli di mercurio sono stati trovati nei polmoni, cuore e cervello. Altri siti di notevole accumulo sono stati riscontrati nelle ghiandole endocrine quali la corteccia adrenale, la tiroide, la retina, corpora lutea delle ovaie e specifiche aree del fegato. Dopo solo un'ora di esposizione al vapore di mercurio, i livelli di mercurio nel cuore erano 3-4 volte maggiori rispetto a quelli trovati nel cervello. Conclusioni: dopo esposizione a vapori di mercurio, i polmoni, il cuore ed il cervello sono gli organi target nella maggior parte delle specie, anche negli umani. Considerando le ricerche pubblicate su un gran numero di elementi chimici e composti, il vapore di mercurio è il primo ad esibire una modalità di distribuzione caratterizzata da una rapida diffusione dai capillari sanguigni nelle cellule, dove è immediatamente intrappolato per ossidazione.

 

 

 

 

Hakansson B, Yontchev E, Vannerberg N-G, Hedegard B, "Un esame dello stato di corrosione della superficie di costruzioni e otturazioni dentali. I. Un’indagine di laboratorio sul comportamento della corrosione di leghe dentali in saliva naturale e in soluzioni saline", J Oral Rehabil 13:235-246 (1986)

 

ABSTRACT

Sono state compiute misurazioni elettrochimiche su leghe d’amalgama e d’oro in saliva naturale e in soluzioni saline. I risultati mostrano forti effetti inibitori di alcuni componenti nella saliva naturale sul comportamento di corrosione della superficie di amalgame. Per quanto riguarda le leghe d’oro, l’ossigeno di riduzione catodico era notevolmente più basso nella saliva naturale che nelle soluzioni saline. Per quanto riguarda le combinazioni galvaniche dell’oro e delle amalgame nella saliva naturale, ci si possono aspettare correnti sostanzialmente più basse di quelle calcolate tramite i dati termodinamici.

 

 

 

 

Haikel Y, Gasser P, Salek P, Voegel JC, "Esposizione al vapore di mercurio durante l’inserimento, la rimozione, e la lucidatura di restauri d’amalgama", J Biomed Mater Res, nov. 1990; 24(11):1551-8

 

ABSTRACT (INSERM U157, Universite Louis Pasteur, Faculté de Chirurgie Dentaire, Strasbourg, France)

Il livello dei vapori di mercurio nella cavità orale fu determinato analizzando 242 campioni di aria intraorale prima e dopo la rimozione, l’inserimento e la lucidatura dell’amalgama dentale. Le analisi furono effettuate usando spettrometria ad assorbimento atomico in vapori freddi con il limite di rivelazione di 6 microgrammi/m3. Un punteggio da 1 a 3 fu assegnato ad ogni restauro per correggere le differenze di grandezza dell’amalgama. Il presente studio mostrò che il vapore fu rilasciato durante ogni procedura: rimozione, inserimento e lucidatura dell’amalgama. I livelli medi erano tra 85 e 326 microgrammi/m3. Tuttavia, in bocche senza ancora nessuna otturazione d’amalgama, non erano stati individuati vapori di mercurio nella cavità orale. Questa indagine ha anche dimostrato una significativa correlazione diretta tra concentrazioni di vapore di Hg nell’aria intraorale e la grandezza dei restauri d’amalgama durante ogni procedura: rimozione, inserimento e lucidatura. Un’analisi statistica non mostrò nessuna differenza significativa nei livelli di vapori di mercurio nella cavità orale sia che si usasse un refrigerante d’acqua durante la levigatura dell’amalgama sia che non si usasse. 

 

 

 

 

Hall G, Winkvist L, "Protezione e rimozione di metalli riuscite bene con il V-Tox", Heavy Metal Bull, vol 3, issue 1, p6-8, aprile 1996

 

ABSTRACT

A pazienti con una riconosciuta sensibilità ai vari metalli usati in odontoiatria, in questo caso mercurio e palladio, furono rimossi i restauri metallici, nello stesso momento in cui ricevettero infusioni di ascorbato di sodio iperosmolare. Nella maggior parte dei pazienti la rimozione dei metalli si risolse in una rapida riduzione dei loro vari sintomi. 

 

 

 

 

* Hanson M, Pleva J, "Il problema dell'amalgama dentale: una rassegna", Experientia 47 1991 9-22 (AG81)

 

ABSTRACT 

Usando un approccio interdisciplinare vengono esaminati la posizione corrente riguardo alla controversia sull'amalgama dentale e il potenziale impatto del mercurio da amalgama sulla salute umana. Sono inclusi aspetti della scienza dei materiali, della corrosione, dell'esposizione a mercurio, della tossicologia, della neurologia e dell'immunologia. Sono presentati nuovi dati sull'esposizione in vivo da mercurio da otturazioni di amalgama corrose. L'esposizione può raggiungere valori considerevolmente superiori alla soglia dei limiti dei valori noti. Inoltre sono presentate le misurazioni dell'assorbimento di mercurio dall'aria intraorale. Si enfatizza la vitale importanza di evitare l'accoppiamento galvanico oro-amalgama. È stata inclusa la sintomatologia di un paziente disabile che è stato ricoverato dopo la rimozione di un'amalgama. Si conclude che la discussione sul problema dell'amalgama dentale ha sofferto dell'assenza di un approccio interdisciplinare. Sarebbe saggio imparare dalla lezione di acrodinia e considerare il mercurio da amalgama tra gli altri possibili fattori nelle malattie neurologiche di eziologia incerta.

 

 

 

 

Hellwig E, Stachniss V, Duschner H, Klimek J, Herzogenrath B, "Rilascio del mercurio di otturazioni d’amalgama d’argento in vitro", Dtsch Zahnarztl Z, gen. 1990; 45(1):17-9

 

ABSTRACT (Med. Zentrums fur Zahn-, Mund und Kieferheilkunde der Philipps-Universitat Marburg)

Il rilascio in vitro di mercurio da otturazioni d’amalgama d’argento fu analizzato tramite ICP (spettroscopia ad emissione atomica di plasma accoppiato induttivamente). Entro 14 giorni 63.2 microgrammi di Hg e 41.5 microgrammi di Hg rispettivamente, furono rilasciati da otturazioni d’amalgama finite e non finite (n=5). Le quantità di mercurio trovate in questo studio furono molte volte più alte se confrontate ai risultati derivanti da altri studi in vitro.

 

 

 

 

Herrmann M, Schweinsberg F, "Biomonitoraggio per la valutazione di un carico di mercurio derivante da otturazioni d’amalgama. Determinazione del mercurio nell’urina prima e dopo delle dosi orali di acido 2,3-dimercapto-1-propanosolfonico (DMPS) e nei capelli", Zentralbl Hyg Umweltmed 194(3):271-291 (1993)

 

ABSTRACT 

La correlazione statisticamente rilevante tra le concentrazioni urinarie di mercurio di 67 volontari maschi con un’età da 16 a 72 anni (media: 1.20 microgrammi/l, variazione 0.1-5.0; 1.57 microgrammi/24 h, variazione 0.1-7.8) e il loro indice di otturazione d’amalgama (r= 0.653; p) indica che le otturazioni d’amalgama caricano l’organismo di mercurio. La somministrazione orale di 300 mg di DMPS (Dimaval) fece aumentare l’eliminazione del mercurio nelle urine di un fattore di 9.2. Per la valutazione tossicologica dell’escrezione di mercurio nell’urina proponiamo di impiegare 1/20 del livello del BAT per il mercurio inorganico (200 microgrammi/l). Questo approccio è frequentemente usato nella regolazione dei livelli di MIK basati sui livelli di MAK. Ci riferiamo allo standard risultante come al livello BUT (Biologischer Umweltstofftoleranzwert). Il livello BUT per il mercurio inorganico nelle urine è perciò di 10 microgrammi/l. La media determinata nel gruppo sotto indagine fu circa 10 volte più bassa del valore soglia proposto. Quindi le presenti scoperte non suggeriscono un rischio per la salute dovuto a mercurio nei volontari qui esaminati. Le analisi dei capelli degli stessi volontari non erano in correlazione con il carico di mercurio inorganico proveniente da otturazioni d’amalgama. Tuttavia, fu trovata una debole correlazione tra i livelli di mercurio dei capelli e il consumo di pesce. Poiché il pesce è principalmente una fonte di mercurio organico, le analisi dei capelli possono essere utili per il monitoraggio biologico di questa forma di mercurio.

 

 

 

 

Holland RI, "Rilascio di vapori di mercurio provenienti da amalgama durante la corrosione in vitro", Dent Mater., marzo 1993; 9(2):99-103

 

ABSTRACT (NIOM, Scandinavian Institute of Dental Materials, Haslum, Norway)

Il rilascio di vapore di mercurio fu determinato da undici differenti amalgame esposte a corrosione indotta esternamente tramite contatto galvanico con una lega dentale d’oro, l’elettrolita era una soluzione di saliva artificiale a 37 gradi C. Il tasso di corrosione delle amalgame poteva essere diviso in due gruppi corrispondenti al raggruppamento in materiali convenzionali e di rame puro. Il tasso di rilascio di mercurio dimunuì durante il periodo di 24 h del test per tutte le amalgame eccetto uno contenente indio. Non ci fu, nei diversi raggruppamenti, una differenza significativa nel rilascio totale di mercurio tra amalgame convenzionali e quelle in rame puro. La stessa cosa riguardò i singoli prodotti, eccetto quello contenente indio, il quale rilasciò significativamente più vapori di mercurio dei due prodotti con il rilascio più basso.

 

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