Odontoiatria conservativa (la carie)
Esistono diverse visioni sulla fisioatologia di questa malattia La carie comincia di solito negli spazi interdentali e nei solchi e fessure delle superfici occlusali dei denti laterali. La si riconosce per il colore più scuro sulla superficie dei denti o negli spazi interdentali. Per prevenire la carie ed evitarla, sono necessari una sana alimentazione, un buono stato intestinale, la regolare pulizia professionale dei denti e la regolare pulizia dei denti a casa.
Approfondimento tratto dal libro:
"Odontoiatria tossica. Odontoiatria vitale. I danni dell'odontoiatria e le soluzioni. Per pazienti, dentisti e medici" di Antonio dott. Miclavez
Carie e teorie endogene: il deterioramento avviene dall’interno
a) Csernejei, 1932: disturbi nervosi della polpa creano una liberazione di fosfatasi che agendo sulla dentina portano a demineralizzazione causata dalla trasformazione dei fosfati dalla dentina dello smalto in acido fo-sforico.
b) Bodecker: la causa principale dell’insorgere di carie è il flusso linfatico presente nella polpa ma anche nella dentina e addirittura nello smalto. Tale flusso linfatico apporta normalmente sostanze minerali nella sostanza dentale dura. Anche se la superficie dentale viene attaccata da acidi lattici, il restauro avviene dall’interno: non c’è carie. In caso invece di disturbi di flusso linfatico, il diminuito apporto di minerali non permette la neutralizzazione degli acidi: carie.
c) Hamer, 1990: la carie è un sintomo del conflitto del “non poter mordere” a livello cerebrale, il corrispondente di microedema localizzato è intere-misferico frontale. Nella fase carcinomatosa avviene allo smalto - che in pratica è epitelio mucoso indurito -, avviene lo stesso alla mucosa orale: si forma un carcinoma ulcerato dello smalto che nella nostra incomprensione della causa abbiamo chiamato carie, che non ha niente a che fare con influenza microbica. Nella fase di recupero del conflitto possiamo osservare in parte la rigenerazione dell’ulcera nello smalto, praticamente senza dolore, premesso che il conflitto del “non poter mordere” rimanga risolto. Non avviene ovviamente una restitutio ad integrum ma si formano ad esempio le cosiddette “carie secche”.
Secondo Hamer, la carie è quindi un’erosione di tipo tumorale dello smalto dovuta a conflitti del seguente tipo:
- denti incisivi (meridiano rene-vescica): conflitti di territorio;
- incisivi centrali, prevalentemente negli uomini (problemi di reni): grossi conflitti spontanei, per esempio battaglie commerciali fra ditte;
- incisivi laterali, soprattutto nelle donne: liti e conflitti in famiglia;
-canini: piccoli conflitti continuativi che causano arrabbiature croniche, per esempio: il vicino che butta carte nel nostro giardino;
-premolari: conflitti del non poter lasciare (conflitto bronchiale di territorio “non poter respirare in casa”, in bambini asmatici (ricordare in tali pazienti di trattare anche i genitori);
Carie e teorie esogene: il deterioramento avviene dall’esterno
1867: Rottenstein: i microrganismi patogeni sono importanti nell’insorgere della carie.
1889 - 1892, 1893: Miller: teoria cariogena chemo-parasitaria (“i microrganismi nella cavità orale”). Concetto ancora valido di teoria cariogena dovuta all’aggressività dell’acido presente in qualche modo nella cavità orale. I suoi lavori si basavano su osservazioni ma non furono dimostrati da ricerche sperimentali.
Importante: i microrganismi, i carboidrati, i processi chimici.
Quindi: non c’è carie senza carboidrati e senza microrganismi.
- 1947: Stafilococco aureus: è il batterio eziogenetico principale della carie, soprattutto proteolitico.
- 1950: Knnappwost: (fisico tedesco) Teoria della resistenza (Teoria degli strati di copertura). Dà importanza non tanto ai fattori distruttivi quanto a quelli riparatori. La carie quindi avviene quando i fattori riparatori non sono sufficienti a far fronte ai fattori distruttivi. Piccoli difetti cariosi vengono riparati da una buona saliva (remineralizzazione). Una saliva sierosa e acquosa ha caratteristiche riparatorie migliori di una saliva mucosa e viscosa; carie o non carie sono risultato di una gara fra forze distruttrici e capacità riparatrici della saliva.
- 1960: Keyes, Fitzgerald. Orland, e Col.: i loro lavori dimostrano come sono importanti nell’insorgere della carie gli streptococchi, soprattutto il tipo mite e salivarius.
Trattamento della carie
L’intervento del dentista è ovviamente necessario, trapano, fresa e specillo vanno ancora usati; chi ha comperato il laser non è che sia molto contento, e penso che quando la carie c’è ci sarà sempre da scavare e da riempire. Tuttavia vanno considerati i seguenti punti, che vanno presi in considerazione a seconda del caso:
a) disponibilità di minerali per rendere più dura la sostanza dentale: sono consigliati prodotti multiminerali (vedi prevenzione)... non dare fluoro!!! il fluoro certamente indurisce la sostanza dentale ma crea molti altri problemi.
b) batteri orali: un’equilibrio della flora batterica orale è difficilmente possibile senza riequilibrare tutto il tubo digerente, di cui la bocca fa parte. Sconsigliamo vivamente l’utilizzo di prodotti quale la clorexidina o altri battericidi o batteriostatici, che possono spostare il delicato equilibrio del tubo digerente verso la formazione di batteri non desiderati o di virus e funghi. Indicata invece l’analisi sia delle feci che della placca dentale da parte di un laboratorio specializzato, che stabilendo la flora batterica presente può dare utili indicazioni per l’utilizzo di batteri simbiontici o consigliare la confezione di autovaccini dalle feci del paziente. Gli amalgami presenti nella cavità orale possono alterare la flora batterica (Stich e altri), e quindi vanno eliminati anche per questo.
b) dieta: questo è un’argomento molto delicato. I carboidrati raffinati indubbiamente alterano l’intera flora batterica intestinale. Conseguenza di tale alterazione è un mancato assorbimento di tali minerali che non possono venire portati né con la linfa, né con la saliva al dente. L’espressione orale di tale alterazione batteriologica è la formazione di una placca molto viscosa e aderente. Se non viene eliminata con l’igiene orale, tale placca cattura nelle sue trame gli zuccheri a catena corta come saccarosio, miele, ecc., e li digerisce formando acido lattico, creando una vera e propria fabbrichetta di acidi che distrugge lo smalto in quella microzona.